Mobilità, o mentalità ciclabile?

racconti & riflessioni

Quante volte avete pensato che la vostra città potrebbe fare di più per i ciclisti? Quante volte vi siete chiesti perchè non si incentiva la mobilità ciclabile quando è evidente che ci si mette di più a spostarsi in macchina a causa del traffico? Quante volte avete maledetto le auto parcheggiate in doppia fila o peggio sulla pista ciclabile (quando c’è)? Ecco qualche riflessione su cosa possono fare le istiruzioni e su cosa possiamo fare noi per cambaire le cose.

La mobilità è una questione di mentalità.

La bicicletta, così coma la strada, non ha solo una funzione di trasporto, ma anche sociale. Da quando esiste il mondo la vita è per strada e nelle piazze, dove si compra, si vende, si parla, ci si conosce. La sfida di oggi è saper trovare il giusto equilibrio tra le due funzioni, mobilità e socialità, a cui la strada deve assolvere. Con sempre maggiore difficoltà per la seconda. Molti dicono che il tempo è denaro. Ma il paragone è riduttivo. Il tempo è molto di più del denaro. Il tempo è la prima delle risorse, per tutti. Obiettivo della “mobilità” deve essere quello di non sprecare tempo per muoversi. La futura politica per la mobilità, sarà tanto vincente quanto più in grado di trovare la soluzione a tale questione. Ma in primo luogo la mobilità è sempre una scelta personale ed è una questione di mentalità.

10 motivi per cui la mobilità ciclabile è fondamentale per lo sviluppo delle città.

 

1 – La ciclabilità di una città non si misura tanto in chilometri di piste ciclabili, quanto dall’attitudine dei suoi cittadini a muoversi in bicicletta.

2 – Il ruolo dell’informazione e dell’educazione sono fondamentali nella sensibilizzazione ad una cultura consapevole del muoversi, senza polemiche e battaglie politiche.

3 – Le auto in movimento disperdono nell’aria emissioni nocive, le auto ferme sul suolo pubblico, sottraggono spazio a tutta la collettività.

4 – Il vero lusso è quello di godersi il proprio tempo e questa è una delle migliori concessioni della bicicletta.

5 – Ormai l’abuso dell’auto per gli spostamenti individuali non è più garanzia di mobilità. Troppe auto sono sempre più spesso la prima causa di congestione del traffico. In alcune città europee la velocità media della circolazione in auto è inferiore alla velocità media di quando ci si spostava con carri trainati da cavalli.

6 – Molte città ci hanno già dato la dimostrazione che la riduzione dell’uso individuale dell’auto è una scelta ragionevole e accettata per la “migliore qualità della vita di tutti”. Grazie alla sua indubbia comodità e praticità, l’uso dell’auto aumenta ovunque, tranne in quelle realtà che hanno saputo attuare politiche di governance della mobilità.

7 – E’ sbagliato l’approccio di chi sostiene che si deve impedire l’uso dell’auto e in particolare dell’auto privata solo con con provvedimenti restrittivi. Di certo va disincentivata la mobilità anarchica, in tale direzione stanno andando moltissime città con una progettazione integrata di mobilità.

8 – La mobilità è un diritto, ma quando ci si muove in troppi in aree ristrette, in mancanza di comportamenti spontanei di autodisciplina, bisogna definire delle regole di comportamento per “lasciare la prateria come vorremmo ritrovarla al nostro ritorno”.

9 – Lo studio e l’analisi della mobilità e dei trasporti sia dentro che verso le città dalle aree limitrofe di gravitazione lavorativa e commerciale, rappresentano oggi la sfida per la qualità della vita.

10 – La criticità è dovuta alla densità abitativa e alle tante attività lavorative e di svago, concentrate in poco spazio. Le città e i luoghi a forte gravitazione di pubblico, attraverso la governance della mobilità potranno aspettarsi una maggiore attrattiva nei confronti dei residenti, dei potenziali residenti e degli investitori.

 

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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