#salvaiciclisti e decreto salvaItalia.

racconti & riflessioni

you own a car not the roadTurbolento ha aderito a #salvaiciclisti, ma salvare solo i ciclisti ci sembra limitato, allarghiamo i nostri orizzonti e aderiamo anche al decreto SalvaItalia dell’attuale governo tecnico. Contribuendo a divulgare un messaggio che sta facendo il giro della rete.

Aderiamo, condividiamo e precisiamo che il restare in Europa dovrebbe oltre a pari doveri, avere anche pari diritti per tutti gli stati membri e per tutti i cittadini di questi stati. Quindi se ci viene chiesto, a puro titolo di esempio, di innalzare il limite della pensione, adeguandoci alle indicazioni o regole europee, ci sembra corretto adeguare alle regole o indicazioni europee anche l’allontanamento dai pubblici uffici, dai governi locali e nazionali chi è condannato per reati sia cicvili che penali, come avviene in Europa; magari di ridurre il numero dei parlamentari perché in Europa nessun paese ha un numero tanto elevato di “addetti alla politica”; e ridurre anche stipendi, rimborsi, gratuità, eliminando privilegi a deputati e senatori, sempre e solo per allinearli agli standard europei; di portare a due o tre legislature la permanenza in politica e nei pubblici incarichi.

In aggiunta a ciò si potrebbe fissare un tetto massimo al valore annuo delle pensioni erogate dallo stato, così come un tetto massimo alle gratuità su treni ed aerei, escludendo da tali gratuità qualsiasi livello di parentela, stabilire l’impossibiltà di accettare omaggi e regalie….

Si dice, ma è informazione da verificare, che in Francia (paese europeo) non ci siano accise sui carburanti dovuti alle guerre di Napoleone, in Italia sembra ci siano ancora le accise per la guerra d’Abissinia, sarà vero? o è solo voce di popolo?

dicono che in Germania le autostrade non siano a pedaggio e che molti asili nido siano aziendali, non a pagamento…..

Si potrebbe anche ridurre davvero il costo della politica, non tanto per l’entità del risparmio e del beneficio nel mare del debito pubblico, quanto per la rilevanza del segnale agli occhi degli elettori (ormai minoranza a rischio estinzione).

Sarebbe così strampalato pensare di far ripartire la crescita partendo dal turismo, dalla cultura, dalla tutela del paesaggio, dalla conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico, dall’offerta di vacanze italiane al resto del mondo? non pensare più a poli chimici,

poli industriali, etc. etc, ma allo sviluppo dell’industria turistica strutturata come filiera di qualità, di creatività, di stile di vita che tutto il mondo apprezza? poi la moda, il design, insomma l’estro inesauribile che dal Rinascimento in poi l’Italia possiede, così come i paesi arabi possiedono il petrolio e la russia il gas naturale…..

Dice un proverbio cinese: “possiamo scegliere ciò che vogliamo seminare, ma siamo costretti a raccogliere ciò che abbiamo seminato”.

Meditate pedalando e pedalate meditando.

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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