Italian VeloTour, grandi sapori, grandi salite.
In alto, le pareti delle Tofane e della Croda da Lago. In mezzo, i boschi di larici e di pini cembri. E l’aria che si riempie di sapori. Conviene alzare ogni tanto gli occhi, quando si affrontano i tornanti di passo Giau (2233 m) seguendo il percorso della Maratona delle Dolomiti. Arrivati in cima, il panorama è grandioso: il Cristallo, la Marmolada, il Nuvolau. Il rifugio Passo Giau tenta chi è in calo di zuccheri con i piatti della tradizione come i casonsei di rapa rossa con burro e semi di papavero. Prima di continuare verso il passo Falzarego (2105 m) e la lunga discesa nella conca ampezzana.
Le salite e sapori del Giro
A Cortina ci si può misurare sulle salite del Giro d’Italia, superando i 1500 m di dislivello fino al rifugio Auronzo, ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. Ma poi ci sono altri sei tour che seguono i tracciati percorsi dai campioni con la maglia rosa, come la storica Dobbiaco-Cortina, il giro del Comelico, il giro dei 6 Passi o quello dell’Agordino. Tutti con partenza e ritorno nella signora delle Dolomiti. Per chi pedala sulle orme di Nibali, può valere la sosta alla Malga Misurina per uno strudel o per un tagliere a km zero, con speck e formaggi di malga.
Sosta nel lariceto
Anche l’agriturismo El Brite de Larieto, nel lariceto più esteso d’Europa verso il Passo Tre Croci (1805 m), propone una cucina con ingredienti locali: canederli di rapa rossa, grigliate di carni e formaggi dell’azienda. Sulla strada che porta a Dobbiaco, attraverso il Parco delle Dolomiti Ampezzane, la sosta giusta è allo storico ristorante l’Ospitale con i piatti di cucina ampezzana. Il gulash, la polenta con i funghi, il filetto di cervo con marmellata di mirtillo rosso. Da smaltire con altre salite dolomitiche.
Cristina Gambaro – assaggi di viaggi – ph credits www.bandion.it