Descrizione
Andare da Milano a Selvino in bicicletta, trovando strade tranquille (non pretendiamole sempre zitte) sembra impresa impossibile. Le strade per uscire da Milano verso est sono tutte stracolme di traffico. Quindi “impossibili” (=pericolose) per noi ciclisti.
Una possibilità però esiste, si allunga un po’ il tragitto, non è il più lineare, ma ne vale la pena. Si deve stare più a nord, uscendo dalla città dalla ciclabile della Martesana, quindi partendo da Via San Marco/Melchiorre Gioia. Il percorso è piacevole quasi fino a Bergamo. Non bello l’ingresso in città. Gran brutto svincolo, in tutti i sensi, sia dal punto di vista paesaggistico che da quello della ciclabilità. Tant’è non c’è alternativa. Intuitivo l’attraversamento di Bergamo in direzione Valle Seriana.
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I percorsi sono in costante aggiornamento tuttavia, per le più recenti modifiche alla viabilità locale, alcune indicazioni potrebbero non corrispondere alla nuova viabilità.
300 percorsi lungo strade secondarie, di campagna e di montagna. Di queste strade è piena l’Italia. Basta scoprirle, metterle in fila con fantasia e cognizione. Dalle Alpi agli Appennini, da costa a costa, di sogno in sogno. Emozioni, paesaggi, borghi, panorami, trattorie…registrati, scarica il GPX e via.
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Profilo tecnico
Si parte da via San Marco percorrendo tutta la ciclabile che porta in Melchiorre Gioia fino alla Cassina de Pomm, da qui, sempre seguendo la ciclabile a Vimodrone, Cernusco sul Naviglio, Cassina de’ Pecchi, Gorgonzola, Bellinzago, Inzago, Cassano e quindi Groppello d’Adda.
Continuando a pedalare sempre a fianco del Naviglio Martesana (che ora è alla nostra sinistra), si arriva alla grande pala di mulino, ponte che attraversa il canale e alla nostra destra bar-pizzeria con giardinetto. Qui si abbandona la strada principale, imboccando lo sterrato che segue il canale e che porta fino alla presa d’acqua di Paderno. Percorse poche centinaia di metri si arriva ad un bivio, tenendosi sulla destra, si scende verso il fiume e la passerella ciclo-pedonale di Fara-Gera d’Adda.
Attraversato il fiume is prosegue in direzione nord-est verso Pontirolo, Arcene, Pognano, Spirano, Comun Nuovo, Stezzano e Bergamo. Nel parco della Gerad’Adda il percorso è segnalato (abbastanza bene, forse meglio dire “così-così”) da cartelli cicloturistici. Il percorso per uscire da Gera è parecchio contorto. Superato Comun Nuovo il traffico si intensifica e si percepisce l’avvicinarsi di Bergamo, ma è questione di pochi chilometri (a tratti c’è una ciclabile a fianco della provinciale). Si entra in Bergamo da un enorme svincolo per nulla adatto alla ciclabilità (ma qui siamo e qui dobbiamo passare, non c’è storia), si attraversa la città puntando verso il centro e la stazione, spalle alla stazione si percorre Viale Papa Giovanni XXIII, fino all’incrocio con Via Camozzi, qui a destra seguendo sempre la direzione Valle Seriana.
Si esce dalla città sulla vecchia provinciale per Torre Boldone, Ranica, Alzano e Nembro. A Nembro, davanti alla chiesa, parte la gettonatissima (non solo dai ciclisti locali) salita a Selvino. Dieci chilometri non ripidi, pendenza media di poco inferiore al 6%, ma senza un momento di respiro, se non in qualche raro tornante, nella parte centrale della salita.
Tra Torre Boldone e Ranica, appena fuori Bergamo c’è la possibilità di pedalare lungo la pista ciclabile della Valle Seriana, piacevolissima anche se a tratti con brecciolino, sicuramente pedalabile anche con le delicate ruote delle bicicletta da corsa. A voi la scelta.