vocabolario ciclistico

tecnica & pratica
A B C D E F G L M N O P Q R S T U V Z

 

Andatura

La velocità che il velocipede, sospinto dall’energia del pedalatore, riesce a mantenere nel muoversi tra il punto di partenza e quello di arrivo. Si misura in chilometri all’ora ed è altrimenti detta, velocità media. Per alcuni è una vera ossessione, fanno e rifanno sempre lo stesso percorso in una affannosa gara contro il tempo e contro se stessi (lo abbiamo fatto tutti), per alcuni un incubo perché l’amico ci ha messo 10 secondi di meno, per altri una gioia comunque vada perché non ci corre dietro nessuno, perchè il vento in faccia a più di 12km/h è comunque un piacere, e vagabondare in bicicletta al proprio ritmo, è il migliore degli antistress possibili.

Arretramento della Sella

Nella bicicletta la punta della sella si trova sempre arretrata rispetto al movimento centrale. La distanza che intercorre tra la punta della sella ed il movimento centrale determina l’arretramento della sella. Tale misura, calcolata utilizzando un filo a piombo, è importante, insieme al posizionamento delle tacchette delle scarpe, per una corretta spinta sui pedali. Il principio fondamentale è che la spinta sul pedale avvenga attraverso l’appoggio delle ossa metatarsali del piede sull’asse centrale del pedale. Per verificare che tale condizione venga rispettata si può utilizzare un sistema relativamente semplice di controllo: stando seduti in bici (su un ciclo simulatore o sui rulli), posizionare il pedale in modo che la pedivella sia orizzontale al terreno, con un filo a piombo poggiato sulla rotula, verificare che il piombo cada sulle ossa metatarsali del piede, rispetto all’asse centrale del pedale.

Attacco Manubrio

E’ la congiunzione, leggera e robusta, che consente di unire la curva-manubrio al cannotto-sterzo. La sua lunghezza e l’angolo formato col cannotto contribuiscono a definire l’assetto del ciclista in sella.

 

Borsino Sottosella

Il nome è abbastanza esaustivo. Trattasi del minuscolo contenitore usato dalla stragrande parte dei ciclisti per avere con se lo stretto indispensabile per far fronte all’emergenza di una foratura. In genere contiene una camera d’aria di scorta e due leve in plastica per levare il copertone dal cerchio in modo tale da poter sostituire la camera forata, che non va assolutamente abbandonata a bordo strada, ma portata con se fino al primo apposito contenitore per rifiuti. Salvo i casi in cui possa essere riparata e quindi riposta nella borsina per la prossima necessità. Sottosella perchè in genere, con apposite fettucce in velcro, si attacca ai due archetti metallici della sella.

Borraccia

Contenitore in genere in plastica e da 750 cl, per fornire al ciclista la necessaria e indispensabile scorta d’acqua, tra una fontanella e l’altra. Famoso, quasi come la foto del passaggio di borraccia tra Bartali e Coppi, il detto: “borraccia asciutta, la vedo brutta”. In alcuni casi contiene “energie” non proprio regolamentari, a volte addirittura illecite, che possono nuocere sia a chi ne fa uso, che al movimento ciclistico mondiale, in genere.

Bicicletta

Velocipede a due ruote di uguale diametro, di cui quella posteriore è mossa dal movimento circolare dei pedali e dal meccanismo della trasmissione. Attrezzo sportivo e di svago di varie tipologie: da corsa, da montagna/mountain bike, da città, da escursionismo/ciclo turismo, da ciclocross, da evoluzioni/BMX.

Bacchetta, freni a

Le biciclette con freni a bacchetta sono quelle in cui l’azione frenante impressa tramite leve, avviene con trasmissione e staffe (o archetti) rigide. Oggi il sistema è per lo più esterno ed è motivo di valorizzazione estetica della bicicletta. A cavallo tra gli anni ’40 e ’50 Taurus ha prodotto un modello con trasmissioni rigide interne. Erano biciclette di impareggiabile eleganza e pulizia. “chiedetemi tutto, ma non i freni a bacchetta” dicono oggi molti meccanici ciclisti quando devono riparare una semplice foratura ad una di queste biciclette….il cui stile retrò, è invece particolarmente apprezzato dal pubblico.

Batticatena

Rivestimento in materiale plastico applicato sul fodero posteriore orizzontale destro, quello del lato catena, per evitare che la catena battendo contro il telaio, lo possa rovinare. Utile soprattutto sulle mountain bike, dove la catena “sbatte” parecchio perché risente di urti e asperità del terreno.

 

Cambio

E’ costituito dall’insieme di componenti meccaniche e ingranaggi che consentono al ciclista di variare i rapporti di trasmissione a seconda che si proceda in salita, pianura o discesa o del tipo di andatura che si desidera tenere, in agilità o con rapporti lunghi per privilegiare la velocità.

Campanello

Segnalatore acustico tipico della bicicletta. Oggi generalmente in lamiera stampata, un tempo in ottone con ben altra sonorità, fissato sul manubrio. Azionato dalla pressione del pollice su una levetta che azionando gli ingranaggi interni, provoca il tipico drin-drin del piccolo batacchio interno sul “guscio” metallico.

Cardiofrequenzimetro

Serve a rilevare i battiti cardiaci; può essere portato al polso o montato sul manubrio e rileva le pulsazioni tramite un sensore inserito nella fascia applicata al torace dell’utilizzatore. In genere, sono dotati anche di molte altre utili funzioni.

Carter

Protezione in lamiera o in plastica che copre la catena. Serve ad evitare il contatto della gamba del ciclista con la catena, ma soprattutto a proteggere l’abbigliamento dal grasso e ad evitare che pantaloni o sottane lunghe finiscano tra la guarnitura e la catena. Indispensabile sulle biciclette da città. Bici da corsa e mountain bike ne sono sprovviste. Può ricoprire la catena in modo totale o parziale. Quelli a copertura totale sono tipici delle biciclette senza cambio.

Casco

Ne esistono di infinite varietà, di forma e di materiale, l’importante è che sia sicuro e adatto alla persona e al tipo di attività ciclistica che si intende svolgere. E’ importante che sia ben calzato sulla testa, senza ondeggiamenti, che sia abbastanza alto sulla fronte, in modo da consentire una visuale senza ostacoli e che sia ben munito di bocchette di aerazione. I caschi di importazione o quelli successivi al 1° luglio 1995 devono essere muniti di adesivo di conformità CEE.

Ciclista

Dicesi di colui, o colei, che sceglie la bicicletta come mezzo per muoversi. Occasionalmente o tutti i giorni, in città o in campagna, per impegni, per svago, per sport. Non è più una razza in via di estinzione, se ne vedono sempre di più, di tutte le età, sessi, fasce di reddito, stili di vita. In genere felici di pedalare sulla propria bicicletta. Teme il traffico intenso e i ladri di biciclette. Ama le giornate di sole e la vita all’aria aperta. E’ un sostantivo maschile e femminile, indistintamente; in genere si intuisce il genere dall’articolo che lo precede.

Ciclocross

E’ un tipo di attività ciclistica, praticata abitualmente in autunno e nei mesi invernali, in attesa della ripresa dell’attività agonistica su strada. Le gare si svolgono su circuiti fuori strada, con ostacoli naturali e artificiali, durano mezz’ora, 40minuti o un’ora a seconda delle categorie di partecipanti. Le biciclette utilizzate sono molto simili a quelle da corsa: leggere, con ruote sottili, ma più robuste e meno rigide, con pneumatici in genere tassellati. Il telaio da ciclocross è in genere più compatto, il movimento centrale è più alto da terra per evitare meglio gli ostacoli, carro posteriore e forcella anteriore sono più larghe per evitare che il fango blocchi le ruote durante la competizione. Sono inoltre utilizzate corone anteriori con dentatura inferiore a quella normalmente usata nelle biciclette da corsa, per poter usufruire di rapporti più corti in modo da affrontare le asperità del terreno in maniera più facile. Durante le corse spesso il corridore è costretto, a causa delle pendenze ovvero della presenza di fango, a scendere dalla bici e superare l’ostacolo a piedi, trasportando la bici in spalla.

Codice della Strada

Complesso di norme emanate per regolare la circolazione stradale dei pedoni, dei veicoli – ivi incluse le biciclette – e degli animali.

 

Dinamo

Macchina generatrice di corrente elettrica. Tramite la testa rotante zigrinata che appoggiata al copertone viene fatta ruotare, produce l’elettricità che permette di alimentare le due lampadine del fanali anteriore, a luce bianca e posteriore a luce rossa.

Deragliatore

Componente del cambio, in genere con tale termine si intende solo quello posteriore che ha la funzione di spostare la catena sulle diverse ruote dentate del pacco pignoni. Il deragliatore anteriore, che sposta la catena tra le corone della guarnitura, è fissato sul tubo del piantone mediante una fascetta oppure fissato su un apposito supporto tramite una vite. In genere quello anteriore è più comunemente definito cambio. L’azionamento del meccanismo avviene, come nella quasi totalità dei cambi per bicicletta, mediante un filo di acciaio collegato a leve di comando più o meno sofisticate.

 

Equilibrio

Vivere è come andare in bicicletta, per restare in equilibrio si deve pedalare.

 

Forcella

E’ una delle componenti fondamentali di ogni bicicletta, quella che sostiene la ruota anteriore. E’ composta da un cannotto, una testa forcella, due foderi (destro e sinistro) e da due forcellini terminali dove si attacca il mozzo della ruota anteriore. Dalla buona qualità della forcella e dalla sua inclinazione dipende la facilità di guida e la manovrabilità della bicicletta. Una volta erano di acciaio e con una curvatura molto pronunciata per due motivi: allungare il passo (distanza tra i mozzi ruota) e quindi la stabilità direzionale, attutire gli urti. Con l’avvento delle prime mountain bike sono nate le forcelle ammortizzate, utili per gli sterrati, ma anche per il pavè di città. Oggi sulle bici da corsa la tendenza è quella di montare forcelle diritte che rendono la bici più “manovriera” con una sensibilità più diretta nelle curve. In città la forcella curva risulta più confortevole e molto più leggera rispetto a qualsiasi versione ammortizzata.

Freni

Sistema meccanico che consente l’arresto anche rapido della bicicletta in caso di necessità. Agiscono in genere in modo separato sulle due ruote tramite i comandi al manubrio, definiti leve dei freni. La tipologia più diffusa è quella composta da leva, cavo e guaina, braccio del freno e pattino in gomma, che agendo sul cerchione della ruota, per attrito, ne provoca il fermo. Esistono di altri tipi: a bacchetta, il principio è lo stesso del meccanismo descritto ma cavi e guaine sono sostituiti da una bacchetta rigida; contropedale che agisce molto efficacemente sulla sola ruota posteriore semplicemente bloccando il movimento del pedale con un leggero movimento contrario al senso di pedalata, fino ai più moderni freni a disco idraulici con comandi analoghi ai tradizionali, ma con un effetto quasi da “servofreno”. Unica nel suo genere la vecchia bicicletta Dei freno a bacchetta, che aveva una delle due leve che comandava la frenata su entrambe le ruote. Alcuni costruttori tedeschi hanno ripreso l’idea con meccanismi più moderni ed efficaci.

 

Grandi Salite Alpine

Costituiscono il cluo delle sfide del ciclismo moderno. In anni recenti uno dei massimi momenti di sfida collettiva è la Maratona delle Dolomiti, ma esistono salite più dure, dal colle del Nivolet, al Mortirolo, al Gavia, allo Zoncolan. per citare solo le più famose. Quelle dell’Appennino non sono da meno, magari meno in quota, ma non meno ripide e soprattutto molto più irregolari, impediscono di trovare il regolare ritmo di pedalata.

Gregario

Dicesi di ciclista professionista con il compito, all’interno di squadra agonistica, di supporto al capitano. Deriva dal latino e indica persona che sta “in mezzo al gruppo”. In genere si tratta di corridori ciclisti capaci di prestazioni costanti e regolari nel tempo, ma senza doti da campione….solo in senso puramente sportivo, percè spesso umanamente hanno doti di gran lunga migliori dei campioni a cui dedicano preziose energie.
Il gregario passa i viveri, taglia l’aria, tira la volata, poi al momento buono si tira da parte per far vincere il capitano-campione. Assiimilabile al ruolo di mediano, nel calcio.

 

Luci

Per essere in regola è opportuno dotare la propria bici un fanale anteriore bianco, orientabile, uno posteriore rosso e, possibilmente, un catarifrangente sempre sul retro. Il modo più consueto per alimentare le luci è attraverso la dinamo, che sfrutta l’energia del ciclista, tuttavia ha l’inconveniente di spegnersi quando la bici si ferma. Gli impianti più moderni sono dotati di un piccolo accumulatore che mantiene accesa una luce di posizione rossa posteriore per alcuni minuti, tipo soste ai semafori. Esistono dispositivi alimentati a pila luce intermittente per aumentare la visibilità del ciclista, ma sono poco illuminanti, quindi adatti ad uso cittadino dove c’è una forte presenza di illuminazione delle strade. Molto utili per aumentare la visibilità anche le fasce riflettenti da indossare, che avvertono gli automobilisti della presenza dei ciclisti in movimento.

 

Manubrio

Il manubrio è composta dalla curva, la parte con cui si conduce la bicicletta, e dall’attacco o pipa, che unisce la curva al cannotto dello sterzo. Ne esistono tre tipologie principali: quello da corsa (a corna rovesciate), quello diritto da mountainbike e quello più confortevole da città che consente una guida in posizione più eretta. Molte le possibili varianti e i materiali utilizzati, dall’alluminio al carbonio. Alla curva si applicano le leve freni e la manopole, oltre al campanello e ad accessori vari come il ciclocomputer. Il manubrio da corsa è quasi interamente ricoperto da nastro, oggi generalmente in sughero gommato, pere una migliore presa delle mani.

Manutenzione

L’insieme delle attività periodiche tese a rendere efficiente la bicicletta nel tempo, Una buona manutenzione generale e in particolare di alcuni dettagli o componenti migliora la pedalata ed evita inutili dispersioni di energia. Determinante quindi per ridurre l’affaticamento.

Movimento Centrale

Non è il traffico caotico metropolitano, ma il primo elemento del meccanismo di trasmissione della bicicletta, quello che consente di trasformare il movimento rotatorio della pedalata, in “locomozione” o avanzamento, o velocità. È il perno su cui sono montate le pedivelle e la guarnitura, alloggiato all’interno della scatola movimento saldata alla congiunzione inferiore dei tubi verticale e obliquo. E’ il “baricentro” della bicicletta.

Mozzo

Parte centrale della ruota, contiene il perno attorno al quale la stessa gira, spinta dall’elegante movimento dei pedali. Dotato di due flange laterali forate per consentire il montaggio dei raggi collegati con niples ai cerchioni. Termine molto usato anche in marineria per definire il livello più umile degli assistenti di vascello.

 

Nastro Manubrio

E’ la copertura che riveste il manubrio della bicicletta per consentire un’impugnatura salda e stabile anche con le mani sudate. Quello moderno è in genere in gomma miscelata a sughero per garantire oltre ad una buona presa, anche un maggiore confort nei confronti delle vibrazioni che possono arrivare dalla strada.

Nipples

Piccola vite forata con la quale ogni raggio viene fissato al cerchione. All’interno del cerchione i nipples sono ricoperti da robusto nastro in plastica per evitare il contatto diretto, e quindi l’inevitabile danneggiamento, della camera d’aria. Se montati da mani inesperte o protetti con nastro di scarsa qualità possono provocare forature “a ripetizione” da cui il detto, sconosciuto ai più: “ma vada via il nipples”.

 

Oh Ciumbia!

Oh ciumbia, ma quando finisce sto c…di salita? espressione tipica del tapascione ciclista dopo alcuni chilometri di salita faticosa.

 

Pacco Pignoni

E’ l’insieme delle ruote dentate, in genere da 3 a 10 a seconda del tipo di bici, montate sul mozzo della ruota posteriore. La più piccola in genere ha 11 o 12 denti, la più grande, sulle mtb, può superare i 30 denti. Sulle moderne bici da corsa, in genere sono 10 ruote dentate scalate dal 12 al 23 o 25. Chi ama pedalare in salita arriva a montare anche il 27 o 28.

Parafanghi

Proteggono il ciclista dagli spruzzi delle ruote durante il maltempo o su strade fangose, sono montati sia sulla ruota anteriore che posteriore, possono essere di vario materiale (plastica, acciaio, lega di alluminio). In genere le mountain bike e le biciclette da corsa ne sono sprovviste sia per ragioni di maggiore leggerezza sia per praticità nelle frequenti operazioni di sgancio delle ruote (trasporto in auto, riparazioni, manutenzione).

Partenza alla Francese

Tipica partenza delle cicloturistiche. Dicesi del sistema di partenza in piccoli gruppi in successione, in genere 15 ciclisti circa ogni 10 o 15 minuti, per evitare, soprattutto nei raduni a grande partecipazione di creare problemi di viabilità. Caduta un po’ in disuso per il declino dei raduni cicloturistici, recentemente sta conoscendo nuova vitalità per le molte randonnèe organizzate un po’ in tutto il mondo.

Pedalata Rotonda

Sbarra metallica rigida e robusta, lunga attorno ai 16 – 17cm, che nella bicicletta e in alcuni vecchi ciclomotori è montata sul perno del movimento centrale e porta all’estremità il pedale. In alcuni casi può essere il nome goliardico di associazioni e gruppi sportivi orientati al ciclismo.

Pedivella

Sbarra metallica rigida e robusta, lunga attorno ai 16 – 17cm, che nella bicicletta e in alcuni vecchi ciclomotori è montata sul perno del movimento centrale e porta all’estremità il pedale. In alcuni casi può essere il nome goliardico di associazioni e gruppi sportivi orientati al ciclismo.

Pompa

Serve per gonfiare la ruota della bici, è costituita da un corpo tubolare in cui corre uno stantuffo azionato dalla spinta manuale dell’utilizzatore. Possono essere fissate sul telaio, sotto la sella o sotto il tubo. Oggi ne esistono di molto piccole e telescopiche, agganciate al portaborraccia.

Portaborraccia

Piccola gabbia metallica (alcune ultra moderne e leggerissime, sono in carbonio), nella quale viene alloggiata la borraccia. Si monta sul tubo obliquo o su quello verticale, a seconda di come soggettivamente si è più comodi nel prendere la borraccia in mano quando si vuole bere. Quelle da corsa hanno in genere un piccolo coprchio che protegge dello sporco il beccuccio da cui si beve, quelle da mtb hanno un piccolo tappo a scorrimento inserito nel beccuccio. Questa seconda soluzione è più pratica, ma sicuramente meno igienica.

Portapacchi

Accessori adatti ai piccoli trasporti in bicicletta. Possono essere montati sia anteriormente che posteriormente, sono fissati al telaio tramite bussole. Utilizzati sia sulle city-bike che per lenghe escursioni ciclo-turistiche. In questo secondo caso è preferibile scegliere una bicicletta con telaio predisposto con appositi fori per il montaggio del portapacchi adatto al trasporto delle apposite borse da viaggio, quindi robusti, leggeri e dotati degli appositi sostegni laterali per evitare che le borse piegandosi finiscano nei raggi. Le borse devono essere fissate in modo sicuro al portapacchi.

Punzonatura

La punzonatura consiste nel contrassegnare un oggetto con numeri, lettere, ecc. o nel ricavare, con apposita attrezzatura, detta macchina punzonatrice, marcature o fori nelle lastre o nei nastri sia metallici sia di altro materiale. In particolare, nel ciclismo, è l’operazione effettuata prima di ogni corsa, che consiste nell’applicazione di piombini a telai e ruote in modo che tali parti della bicicletta non possano essere sostituite nel corso della gara salvo che nei casi previsti dal regolamento. Il termine viene usato anche, e sempre con analogo significato, nel motociclismo e nell’automobilismo.
Un tempo le corse non partivano senza la punzonatura e il rito di presenziare al “cerimoniale” era per tutti gli appassionati l’occasione per vedere da vicino i corridori e magari poter parlare con i propri beniamini.

 

Quando “c…o” finisce questa chispius di salita?

Tipico modo di esprimersi del ciclista medio italiano dopo qualche km di salita. A volte più colorita a seconda della regione di appartenenza, a volte gridata a chi è qualche metro più avanti. In alcuni casi faticosamente biascicata durante quei pochi metri di minor salita, che si trova in quasi tutti i tornanti di montagna, fatta eccezione per il Mortirolo, il Gavia, lo Zoncolan e alcune altre famose salite classiche alpine.

 

Reggisella

Cannotto inserito nel tubo verticale o piantone al quale è fissata la sella con apposite viti di fissaggio, inserite alla testa del reggisella.

Ruota

E’ l’insieme di mozzo, raggi, cerchio, camera d’aria, copertone. Quella posteriore ha il mozzo predisposto per ospitare il pacco pignoni. Mountain bike, bici da corsa e l’alta gamma delle city bike montano mozzi dotati di sgancio rapido. Il cerchio può essere a profilo basso, medio o alto. Il numero dei raggi varia in funzione della qualità e del tipo di ruota.

Ruota Lenticolare

Ruota senza raggi, ma con un doppio guscio pieno (destro e sinistro) che collega il mozzo al cerchio. Utilizzata per le prove a cronometro e in pista per sfruttare al meglio l’aerodinamica.

Ruota Libera

E’ il sistema che consente alla ruota posteriore di girare in modo svincolato dai pedali. Se si smette di pedalare si possono tener fermi i pedali e per inerzia la bici avanza e si sente il classico rumore degli ingranaggi della ruota libera…tic-tic-tic-tic più o meno ravvicinati a seconda della velocità. Al contrario con il sistema a scatto fisso, ruota posteriore e pedali sono solidali e si muovono sempre assieme, risulta quindi impossibile smettere di pedalare con la bici in movimento.

 

Salita

Dicesi di strada che partendo da un livello inferiore consente di portarsi ad uno superiore, in genere misurato rispetto al livello del mare che per convenzione ha valore zero. Le vere imprese ciclistiche sono quasi sempre in salita, a volte in pianura per distanze particolarmente lunghe o condizioni di terreno, o meteorologiche avverse, mai come quelle sulle grandi salite alpine (vedi grandi salite).

Scatola Movimento

Non si tratta propriamente di una scatola ma di un oggetto cilindrico saldato al telaio nel punto di congiunzione dei tubi verticale e obliquo dove viene alloggiato il movimento centrale della bicicletta.

Scatto Fisso

E’ il sistema utilizzato dalle biciclette da pista che rende “fisso” il movimento dei pedali e della ruota posteriore. Con tali biciclette in fatti non è possibile smettere di pedalare tenendo i pedali fermi: se gira la ruota posteriore, girano i pedali e viceversa. Per ovviare a questo inconveniente è stato inventato il sistema a “ruota libera” che consente appunto di svincolare i due movimenti. Questo secondo sistema è adottato dalla stragrande maggioranza delle biciclette, anche se negli ultimi anni si è assistito ad un importante fenomeno di ritorno al fisso anche per le bici da strada, un po’ in tutto il mondo.

Con le biciclette a scatto fisso risulta difficile la frenata, si può rallentare, ma non bloccarsi di botto se non con evoluzioni e agilità “da circo”, ma si acquisisce l’arte della pedalata rotonda)

Seggiolino Portabambini

I sedili per bambini sono quasi sempre in plastica stampata, possono essere imbottiti, muniti di poggiapiedi e si possono montare anteriormente, in genere ancorati al cannotto manubrio, o posteriormente, ancorati al portapacchi o al cannotto reggisella. In genere per bambini molto piccoli si consigliano quelli anteriori, per i bambini più pesanti sono meglio quelli da portapacchi, ma in entrambi i casi muniti di poggiapiedi. Il codice della strada consente il trasporto di un solo bambino sulla bici da adulto, se munita di apposito seggiolino e comunque fino a 8 anni di età.

Sella

Non è propriamente una poltrona, ma è la seduta del ciclista. Soprattutto le prime volte risulta poco, o addirittura per niente, confortevole, ma con l’allenamento si impara a starci sopra in modo corretto ed efficace. Ne esistono di infinite forme, fogge, pesi e materiali, più o meno imbottite, più o meno confortevoli, l’importante è trovare quella adatta alle proprie esigenze di costituzione.

Sgancio Rapido

E’ il meccanismo con cui si fissano le ruote al telaio. Quella anteriore nella forcella, quella posteriore nel carro. Il perno centrale del mozzo ruota, viene alloggiato negli appositi ganci terminali dei foderi forcella, e con apposita levetta viene stretto in modo da non “perdere le ruote”.

Slooping

Letteralmente tradotto con il termine “inclinato”. Indica quella tipologia di telaio, nato con le MTB made in USA, caratterizzato dal tubo orizzontale inclinato, vale a dire posizionato in più o meno accentuata pendenza, dal piantone sterzo (punto più alto) al tubo verticale o piantone sottosella. In parole povere che “scende” dal manubrio verso la sella. Questa geometria, nata dal vantaggio industriale di ridurre l’assortimento taglie dei telai per le MTB, è anche sinonimo di maggiore rigidità in quanto il telaio più piccolo ha meno dispersioni elastiche di uno a geometria tradizionale, di dimensioni maggiori. Oggi molto utilizzato anche su bici da strada. L’effetto visivo è “l’esaltazione” del fuori sella.

Sterzo

E’ l’insieme delle componenti che permette di unire il cannotto della forcella al telaio, consentendo la perfetta manovrabilità della ruota anteriore e quindi la conducibilità in sicurezza della bicicletta. E’ un sistema di calotte, coni, sfere, cuscinetti, ghiere etc. che consentono di “dirigere” la bicicletta.

 

Tabella Sviluppo Rapporti Magari ce ne fosse una simile per facilitare i rapporti col prossimo. Se tutti pedalassimo di più saremmo molto meno nervosi e litigiosi. Per sapere che cos’è, cliccare qui.

Tandem

Tipo di bicicletta sulla quale possono pedalare due persone, una davanti che conduce tramite il manubrio ed una dietro che condivide la fatica della pedalata. Il vantaggio è quello di economizzare l’energia necessaria rispetto al trasporto di due persone su due biciclette distinte.

Telaio

E’ la struttura portante della bicicletta. A forma trapezoidale composto da un tubo piantone (o verticale), un tubo orizzontale ed uno obliquo che si uniscono anteriormente con un tubo sterzo (o cannotto). Al punto di congiunzione inferiore tra il piantone (tubo verticale) e il tubo obliquo è saldato l’alloggiamento per il movimento centrale, quello a cui si agganciano le pedivelle dei pedali; il telaio si completa con il carro posteriore composto dai quattro foderi forcella, due per lato, uno orizzontale, o inferiore, e uno obliquo, o superiore, che terminano saldati al forcellino dove si aggancia la ruota posteriore.

 

Un uomo solo al comando

Lo diceva Mario Ferretti nelle sue radiocronache del Giro a proposto di Fausto Coppi, la cui maglia era bianco-celeste, quel bianco celeste che identificava la Bianchi. Oggi lo dicono ancora in molti, anche se gli uomini al comando, di comando troppo spesso ne sanno poco, o nulla….in bici veritas.

UBM

Sigla che indica gli Urban Bike Messenger, vale a dire coloro che sostituiscono in modo moderno il caro, vecchio postino (in bicicletta), con servizi di recapito privato, utilizzando esclusivamente  uno dei pochi mezzi di trasporto socialmente responsabile: la bicicletta. Sono Express come il più famoso pony, a volte anche meglio perchè nel traffico congestionato si muovono con tutta l’agile, veloce, leggera eleganza, tipica solo della bicicletta. Grazie alla coraggiosa caparbietà di Roberto Peia, da tempo il servizio è attivo anche a Milano.

U – BRAKES

Freno nato (o forse riscoperto) con l’avvento della mtb, oggi utilizzato ancora sulle bmx per la sua efficacia nella frenata. Caratterizzato da due braccetti simmetrici incrociati. Sostituito dal più moderno V-brake.

 

Vai che sei solo

Incitazione tipica del ciclismo, usata sin dai tempi il cui il Giro si “vedeva” solo alla radio. Lo vedeva chi ci aveva l’immaginazione, tutti gli altri lo sentivano e basta. Ripreso come titolo di un bel libro di Marco Pastonesi, storie di gregari, paracarri e grandi imprese che oggi non ce ne sono quasi più così…in genere si dice all’uomo in fuga, quando riesce a fare il vuoto dietro di sé ritrovandosi, appunto, da solo al comando….

Velocità

Indica la rapidità di moto (modulo), la direzione e il verso di un corpo in movimento. Quindi anche di un ciclista in bicicletta. In genere si misura in termini di velocità istantanea e velocità media. Velocità indicative e soggettive) da bicicletta sono tra i 18 e i 30 km/h in pianura per soggetti adulti, uomini e donne indistintamente (anche per le pari opportunità) che praticano il cicloturismo o il ciclismo sportivo. Sotto tale soglia in genere si parla di andatura da passeggio. Velocità superiori a 30 km/h cominciano a diventare impegnative, soprattutto se sostenute per periodi “significativi”. Velocità dai 35 ai 50 km/h sono tipiche dei gruppi di ciclisti anche amatoriali quando si alternano alla testa del gruppo con regolarità. Velocità superiori ai 50 km/h sono da professionisti soprattutto se non si sta correndo in gruppo. Su strada piana le velocità che possono essere raggiunte dai professionisti sono sui 60-65 km/h, in volata anche 75 Km/h. In discesa si possono raggiungere anche velocità eccessive. Scendere sotto a 5-6 km/h è difficile perché sotto questo limite l’equilibrio può risultare instabile.

 

Zanazzi

Grande gregario, grande saggio del ciclismo, grande “vecchio” che ancora oggi, con i suoi 85 anni, è in grado di tenere testa a molti, molto più giovani di lui. Professionista tra il ’45 e il ’52, distinguendosi come velocista. Ha vinto tre tappe al Giro del ’46 (“Giro della rinascita” vinto da Bartali di cui Zanazzi era gregario) e due al Giro del ’47. Ma ha vinto molto altro. E’ andato a pedalare in paradiso (si presume sia in paradiso) nel corso del 2014, poche settimane prima di compiere i 90 anni. Con l’amico Marco il 4 aprile 2014 abbiamo organizzato un giro di 90km sulle sue solite strade a sud-ovest di Milano, “i novanta di Zanazzi”

Zandegù

Dino Zandegù, ex ciclista italiano, nato nel maggio 1940. Ha vinto un Giro delle Fiandre e una Tirreno Adriatico oltre ad alcune tappe del Giro. Celebre anche per il suo comportamento scanzonato ed estroverso e per essere uno dei ciclisti “da biglia” più gettonati del suo tempo. Spesso presente al processo alla tappa di Zavoli. Passista-veloce, lasciò il mondo del ciclismo nel ’72.

Zavattarello

Piccolo borgo dell’Oltrepo Pavese, crocevia di alcuni tra i più bei giri su quelle dolci colline. In genere ci si passa per affrontare la bella salita di Pietra Gavina.

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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