Descrizione
SICILIA IN BICICLETTA
Sotto un bellissimo cielo azzurro areonautico è iniziato il viaggio siciliano alla scoperta dei tracciati dimenticati, di quella che un giorno è stata la gloriosa rete ferroviaria economica siciliana. Seicento chilometri di ferrovie a scartamento ridotto convertibili con investimenti relativamente modesti allo sviluppo del turismo sportivo in bicicletta.
Percorsi con pendenze ferroviarie, quindi facilmente pedalabili da chiunque, con gallerie, ponti e altri manufatti di pregevole architettura. Esiste un progetto regionale del 2003 per tale riconversione, che se davvero riuscisse ad essere realizzato porterebbe la Sicilia nell’arco di pochi anni, ad essere una delle mete internazionali più ambite per gli amanti delle vacanze in bicicletta.
Abbiamo percorso una parte di questa rete, restando affascinati dalla bellezza e dalla cura della campagna siciliana, dalla dolcezza del paesaggio, dall’intensità dei colori, dalla tranquillità di queste strade ex-ferrate, ora assolutamente zitte dove, come scrive Tomasi di Lampedusa, l’autore del Gattopardo, “vero sovrano è il sole”.
Gli itinerari che proponiamo non sono esclusivamente sul vecchio sedime ferroviario, ma in parte anche su strade provinciali. Non sono tutti perfettamente segnalati e “pronti all’uso”, in alcuni casi occorre un certo di spirito di avventura e voglia di praticare quello che noi definiamo “cicloturismo esplorativo”, con la possibilità di sbagliare strada, di imbattersi in qualche galleria poco invitante, di trovarsi a riscoprire la sana e utilissima capacità di arrangiarsi…..(importante per affrontare le gallerie, delle buone luci). Quelle più lunghe e il cui stato di manutenzione non è ancora stato controllato, sono comunque chiuse al transito.
Da Palermo seguendo le indicazioni per Altofonte e Corleone sulla sp5 si raggiunge Piana degli Albanesi. Superato lo scollinamento lungo la sp5, in prossimità del km 28, sulla sinistra si trova l’indicazione per la Masseria Sant’Agata, ottimo “punto tappa” di questa vacanza in bicicletta (da Palermo in auto un’ora circa).
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I percorsi sono in costante aggiornamento tuttavia, per le più recenti modifiche alla viabilità locale, alcune indicazioni potrebbero non corrispondere alla nuova viabilità.
300 percorsi lungo strade secondarie, di campagna e di montagna. Di queste strade è piena l’Italia. Basta scoprirle, metterle in fila con fantasia e cognizione. Dalle Alpi agli Appennini, da costa a costa, di sogno in sogno. Emozioni, paesaggi, borghi, panorami, trattorie…registrati, scarica il GPX e via.
Noi affermiamo il valore del ciclismo quale strumento di scoperta, conoscenza e rispetto del territorio e del paesaggio. Se condividi la nostra visione, se scarichi i percorsi proposti, se vuoi aiutare le Strade Zitte a crescere, sostieni l’iniziativa con la tua donazione.
Profilo tecnico
Si parte in bicicletta dalla masseria Sant’Agata, continuando la bella discesa lungo la tranquillissima sp5, si supera sulla destra la Masseria Lupotto, a fondo valle il Lago di Scanzano, al bivio a sinistra scendendo lungo la 118 che si abbandona dopo un chilometro e mezzo circa per salire a destra verso Godrano.
E’ questa una bella salita, a tratti decisamente impegnativa nel cuore del bosco della Ficuzza a prevalenza di eucalipti. Superato lo scollinamento si scende sempre nel fitto bosco, letteralmente infestato di ciclamini, e sulla nostra sinistra si comincia a intravedere il tracciato della vecchia ferrovia. Si prosegue ancora per un paio di chilometri sulla piccola strada asfaltata, si esce dal bosco ritornando in pieno sole e dopo poco si arriva a ciò che oggi rimane della piccola stazione di Godrano. Da qui si può scendere fino a Villafrati, dove però il tracciato ferroviario è stato sepolto sotto nuove costruzioni e non risulta percorribile.
Vale la pena quindi di immettersi sul tracciato dalla ex-stazione di Godrano che, sulla sinistra rispetto alla nostra direzione di provenienza, porta alla piccola stazione di Ficuzza. Il paesaggio è selvaggio, a tratti scavato in gole di argilla, a tratti in fitto bosco, una breve galleria ci fa ripassare sotto la piccola strada asfaltata da poco percorsa, il tracciato è ora in leggera discesa con ampi curvoni che si adagiano sulla naturale conformazione del terreno in un bosco sempre più fitto. All’improvviso il bosco si apre e appare la piccola stazione, il vecchio serbatoio dell’acqua per rifornire le stanche motrici a vapore, il giardino molto curato, la bella veranda del ristorante, otto stanze per fermarsi a dormire, insomma un piccolo incanto. Perfettamente restaurato che ci riporta indietro di 100 anni, un ottimo esempio di come l’intero progetto dovrebbe svilupparsi. Da Godrano a Ficuzza son 6 chilometri di tracciato in ottime condizioni, percorribile con mountain bike o bicicletta ibrida da cicloturismo.
Da qui il tracciato prosegue fino a Corleone, in condizioni analoghe di manutenzione, solo in qualche breve tratto il terreno risulta più sconnesso, ma perfettamente pedalabile sia con biciclette ibride che con MTB. Sono 21 chilometri interamente sterrati in una campagna aperta ed estremamente rilassante. Dalla stazione di Ficuzza una lunga discesa fino al punto in cui si pedala paralleli alla provinciale e al greto del fiume di Frattina. Si scende quindi a destra della strada, si attraversa il fiume e si risale leggermente sul versante ovest della bella vallata. Si riattraversa il fiume e si inizia la dolce salita che porta a Corleone.
Il rientro è lungo la sp4 che si percorre fino ad incrociare, sulla destra, la ex consolare che porta alla Masseria Patria e quindi alla sp70 che, sulla destra, ci riporta alla 118 (quella parallela allo sterrato ciclabile) quindi alla stele di Ficuzza. Da qui, a sinistra, si ritorna alla tranquilla strada che, con bella salita, riporta a Sant’Agata. In totale il giro è di 71 chilometri con 27 di sterrato perfettamente pedalabile e quasi 1.000 metri di dislivello.