Superghisallo
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SUPER GHISALLO

Pontelambro (LC) / medio / 49 km / 1150 D+

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DESCRIZIONE

Che cosa si può dire del Ghisallo? Che è una bella salita, che è una minuta chiesetta di pietra, che è un luogo ricco di anima e tradizione ciclistica. Che è una delle mete più gettonate dai ciclisti sportivi. Che è un itinerario ciclo-turistico “perfetto”.

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Come il lago di Como è conosciuto in tutto il mondo, lo è anche la salita che porta alla chiesetta della Madonna protettrice dei ciclisti di tutto il mondo. La salita è dura, ma non durissima, non lunga e con un “prendifiato” giusto a metà.

Su questa salita, su questi tornanti, ancor prima dell’avvento del moderno asfalto, si è scritta la storia della competizione ciclistica internazionale. Di tutti gli appassionati, dai professionisti agli amatori, ai cicloturisti. Non si può essere ciclisti senza aver messo le ruote su questa salita, almeno una volta nella vita, campione o tapascione non importa.

Il percorso che proponiamo non è il Ghisallo classico, ma il SuperGhisallo. In località Guello si lascia la strada principale per seguire sulla destra le indicazioni Piano Rancio. Così facendo si sale a 1000 metri (circa) di quota per arrivare in discesa, alla Madonna del Ghisallo.

E’ un giro di 50 chilometri con circa 1.150 metri di dislivello, belle viste sul lago di Como, boschi prevalentemente di latifoglie nel tratto verso Pra Filippo e Piano Rancio. Bello in tutte le stagioni. Qualche breve tratto di salita anche al 15% tra il lavatoio di Bellagio e Guello.

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PROFILO TECNICO

Il punto di partenza è la stazione ferroviaria (Trenord) di Pontelambro-Castelmarte, linea ferroviaria da Milano-Cadorna a Canzo-Asso. Da qui ci si dirige a nord verso l’abitato di Castelmarte, per salire subito a destra verso Proserpio, scollinare e scendere a Longone al Segrino. 

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Si gira attorno al piccolo lago tenendosi sulla destra – sponda orientale – quindi si percorre un breve tratto di provinciale (via Valassina) fino a Canzo e Asso. All’inizio del lungo tornante che sale verso Lasnigo, si abbandona la provinciale, voltando a destra verso Valbrona-Onno. La strada sale, scollina a circa 500 metri di quota e scende sul ramo lecchese del lago di Como, nell’abitato di Onno. Di fronte ai monti sorgenti dall’acque di manzoniana memoria.

Si segue la piacevolissima strada costiera, superate Vassena e Limonta la strada inizia a risalire verso Bellagio, che ci si limita a lambire (salvo voler scendere in centro per una visita). A fine salita una piccola rotatoria, dopo poche decine di metri sulla destra il lavatoio dove inizia la vera salita, il tratto più impegnativo di questa salita, conosciuto come “i mulini del Perlo”. Pochi chilometri, ma abbastanza impegnativi.

Giunti a Guello, si abbandona la via principale per seguire sulla destra l’indicazione Piano Rancio. Questa variante è più lunga e impegnativa rispetto alla “via normale”, da qui il nome SuperGhisallo. Si sale in mezzo a boschi di latifoglie. Piccole e grandi ville in pietra, vecchie baite. Si sale verso il monte San Primo. Una bella infilata di piacevolissimi tornanti consente di superare Pra Filippo e Piano Rancio. Da qui sulla destra si può salire di altri 100 metri circa per raggiungere il rifugio San Primo, o scendere sulla sinistra per ritornare sulla “via normale” e quindi alla piccola chiesetta della Madonna del Ghisallo. E al Museo del Ciclismo fortemente voluto da Fiorenzo Magni. In località Magreglio.

Da Magreglio in circa 7 chilometri di discesa, si raggiunge la stazione di Canzo-Asso.

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