Ciclisti erranti della Val Trebbia
Regione: EMILIA ROMAGNA | Tipologia bici: STRADA | Treno+Bici: NO
Descrizione
E’ un sabato di giugno di un anno diverso dagli altri: bisesto e bislacco. E allora si pedala, alla ricerca di un nuovo e inedito percorso o itinerario o semplicemente giro che dir si voglia.
Appuntamento a Bobbio, dove al sabato c’è il mercato. Così, venendo da Piacenza, lungo la strada di fondo valle, si supera il primo ingresso in paese, si supera il secondo ingresso in paese e anche il terzo. Subito dopo sulla destra, indicazione Mogliazze, un comodo parcheggio. Ce lo ha indicato Anna, donna Turbolenta e genius loci di oggi, che da quando va in bici pedala su queste strade e quasi sempre in nostra compagnia.
I chilometri non sono moltissimi, 66 per la precisione, ma i metri di dislivello quelli si che si fanno sentire: 1.800 senza neanche un metro di pianura. O è salita, o è discesa. E in discesa, si sa, si dimentica subito la fatica della salita. E poi come dice Pippo: “è strano, ma ogni salita vista dall’alto, sembra una discesa….”
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I percorsi sono in costante aggiornamento tuttavia, per le più recenti modifiche alla viabilità locale, alcune indicazioni potrebbero non corrispondere alla nuova viabilità.
300 percorsi lungo strade secondarie, di campagna e di montagna. Di queste strade è piena l’Italia. Basta scoprirle, metterle in fila con fantasia e cognizione. Dalle Alpi agli Appennini, da costa a costa, di sogno in sogno. Emozioni, paesaggi, borghi, panorami, trattorie…registrati, scarica il GPX e via.
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Profilo tecnico
Si parte in direzione sud, verso Marsaglia o Chiavari, comunque dalla parte opposta rispetto a Piacenza. Poche centinaia di metri e poi subito via dallo stradone per attraversare il Trebbia e salire sulla sinistra verso Coli.
E’ una bella salita, nella giornata ce ne saranno altre, altrettanto belle e impegnative. Chi gira in bici da queste parti sa bene che qui, non è tanto il chilometraggio da considerare, quanto i metri di dislivello.
Si tace e si sale.
Coli, bella fontana o meglio lavatoio, curvone in centro paese e si continua a salire, ma più dolcemente. Nel punto dove la strada spiana però, la sorpresa: in località Bradaglione si imbocca una piccola strada, in bella salita, sulla sinistra. Direzione Fontana, poi quattro tornanti e in prossimità di Costa Camparino, al bivio si tiene la destra. Bel bosco, di quella vegetazione che non sa bene se essere alpina o mediterranea (siamo vicini alla Liguria).
Si lambisce il monte Sant’Agostino, a tratti la salita è impervia, ma quello che ci circonda e il gruppo, danno la forza di spingere sui pedali e si sale, si pensa, si ride, si suda, si sale. Fino all’Angelone, un monumentone ne bello, ne brutto, ne utile ne inutile che sta li e aspetta ciclisti e turisti. A volte anche in pullman, strano, un pullman qui!?! boh?
Si scende, si scende, si scende, fino alla località Pradovera dove il nostro caro angelo odierno (il genius loci già citato) ha previsto e prenotato il ristoro. La tavola sotto il pergolato è incredibile, uno spaccato di Italia anni ’50 in perfetta armonia con lo spirito Turbolento dei nostri personalissimi Giri d’Italia.
Sosta “giusta”. Si riparte proseguendo in discesa, falsopiano, vallonato risalite etc. etc fino al Passo della Cappelletta. All’unico bivio che si incontra, circa un chilometro dopo Pradovera, tenere la sinistra. Si ripasserà di qua al ritorno.
Al Passo della Cappelletta con tornante secco a destra, volendo, c’è un bel mezzacosta che riporta verso il ritorno. Non vogliamo, scegliamo la strada più lunga, si persegue diritto verso San Bassano e il belvedere sulla Val Nure. Attenzione in località Cogno Chiesa a non perdere sulla destra la piccola strada per Frodolo, Vediceto (ritornando sulla strada maggiore tenere la destra evitando San Savino), Russi, Mareto, risale, e come risale, fino a Campagna e Pradovera.
A Mareto tenere la destra, poi di nuovo la destra verso i boschi de La Costa. Da Pradovera si torna di nuovo all’Angelone e da qui, già che ci siamo, si sale con ultimo piccolo sforzo alla Sella dei Generali per poi godersi un gran discesone fino a Bobbio.