Al passo del Rastrello salendo da Sesta Godano
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Da Milano al Mare Adriatico / Milano-Lodi

Lombardia / facile / 42.50 km / 280 D+

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DESCRIZIONE

Da Milano al Mare Adriatico: prima tappa Milano-Lodi

Da Milano al Mare Adriatico è stato il nostro primo itinerario su lunga distanza, una delle nostre prime strade zitte a “lunga percorrenza”. Da Milano a Mantova e poi al mare Adriatico, 400 chilometri tra piccole strade di campagna e argine maestro del Po. In sei tappe affrontabili da tutti con bici da corsa o ibrida. Ma anche in fissa la Milano-Venezia è ormai un must. Qui raccontiamo la prima tappa da Milano a Lodi.

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Da Milano al mare Adriatico, parte dall’acqua, per arrivare all’acqua. E l’acqua a Milano è quella dei Navigli.

Si parte dal centro di Milano e si arriva nel cuore di Mantova. Da qui si prosegue per collegarsi alla Destra Po in provincia di Ferrara. Arrivando in circa 130 km al delta del Po. Un lungo viaggio di pianura che oggi è diventato una randonnè, la Milano-Venezia, che sta crescendo anche con VenTo, il progetto del Politecnico di Milano che collega con una lunghissima ciclabile Venezia a Torino lungo l’asse del Po.Noi lo abbiamo proposto in versione parziale. Da Milano al Mare Adriatico. Oggi, che è di grande attualità, lo riproponiamo in chiave moderna. Anche in considerazione dei 20 anni della nostra Associazione (marzo ’95 – marzo 2015).

A tratti il percorso può risultare monotono, ma la pianura dall’alto degli argini ha il suo fascino e anche il suo perchè. Nell’eterno “contenzioso” tra chi preferisce pedalare sulle dure salite delle Alpi o sugli splendidi crinali dell’Appennino, di prepotenza si inserisce il paesaggio di pianura, la terra grassa, i colori accesi dell’estate o tenui dell’autunno. Il “caldone” che toglie il fiato e la vista che spazia fino a perdersi nei cieli bassi di questa pianura.

Con questo nostro lavoro, Regione Lombardia ha pubblicato nel 2003, la guida tascabile “Lombardia che pedala”.

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LE TRADIZIONI DI LODI – a cura di Chiara Periti

Protagonista di spicco della storia lombarda, Lodi difende il suo passato anche nell’epoca dei computer anzi, con gli strumenti del futuro diffonde via cavo il proprio legame con la tradizione. Arte, gastronomia, artigianato, folclore sono indissolubilmente legati alla città della “Bassa” fondata dal Barbarossa il 3 agosto 1158 dopo la distruzione della romana Lodi Vecchio. Lodi fu feroce nemica di Milano ma anche sua alleata nella Lega Lombarda, contro lo stesso Barbarossa, per assoggettarsi definitivamente alla città ambrosiana nel 1335. Questo non significa che Lodi, sotto i Visconti, gli Sforza e in epoca moderna gli spagnoli, gli austriaci e i francesi, abbia rinunciato ad una sua identità. La fierezza e l’autonomia dell’epoca comunale, si riaffacciano al presente quando, nel 1992, la città con 61 comuni, si stacca da Milano per diventare capoluogo di provincia. Le origini contadine sono invece ribadite nella salvaguardia delle risorse naturali e nello sfruttamento delle campagne del territorio. Molte sono le riserve e i parchi naturali della zona, aree protette dove vivono aironi, garzaie e germani, e ben nota è l’organizzazione delle aziende agricole e la produzione di formaggi. Anche in cucina si difendono i sapori della tradizione e senza cedere alla trappola del fast food si sfornano frittate “cun le urtis” (punte di sottili asparagi che crescono lungo le rogge) e risotti “cun verse e fasöi”. Così alla minaccia dell’hamburger Lodi risponde con la “Rassegna gastronomica del Lodigiano” giunta alla sua 14° edizione che coinvolge ben 24 tra locande, ristoranti e osterie della provincia. Tra le golosità dolciarie sono da segnalare la friabile “Tortionata” e gli amaretti “Fanfullini” che devono il loro nome a Fanfulla da Lodi, capitano di ventura eroe della disfida di Barletta ma più noto ai goliardi come protagonista di una sconcia canzone popolare. Torte e biscotti riempiono la vetrina della pasticceria Tacchinardi che dal 1885 diffonde irresistibili profumi su tutta piazza della Vittoria, dove spicca la bella facciata romanica della cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta. Se dopo i piaceri del palato volete dedicarvi all’arte per nutrire lo spirito, o per alleggerire il fisico, un’occhiata all’interno del Duomo è consigliata ma è quasi d\’obbligo la visita al Santuario dell’Incoronata, assoluto capolavoro del Rinascimento lombardo. Il progetto architettonico del 1488 si deve a Giovanni Battagio e al Dolcebuono che nella forma ottagonale del tempio, preceduto da un elegante portico, applicano gli stilemi dell’architettura bramantesca. L’interno a due ordini stupisce per l’uso dei colori blu e oro e nella cappella dedicata a San Paolo sono degne di nota le quattro tele del Bergognone. Dalla tradizione artistica a quella popolare per segnalare le numerose feste e sagre che si svolgono in città. Naturalmente i festeggiamenti del 19 gennaio in onore del santo patrono, San Bassiano, quando sotto i portici di piazza Broletto viene distribuita gustosa trippa mentre le bancarelle vendono i “filson” ovvero collane di castagne secche. Nella bella stagione il Palio dei Rioni anima le sponde del fiume Adda con gare di barche e fuochi artificiali per concludersi la prima domenica di ottobre con “La cursa dei cavai”. Cavalli di ferro su ruote vengono spinti alla conquista del “Baston de San Bassan”, il gonfalone del palio. Emozioni, sapori, storia e cultura in quella Lodi cantata da Ada Negri, che vi nacque nel 1870, dove “La terra s’allarga a misura di cielo, e non si sa dove vada a finire”.

La terra si allarga a misura di cielo è una espressione azzeccatisima, una impressione che ci accompagnerà in tutto questo viaggio lento da Milano al Mare Adriatico.

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PROFILO TECNICO

Uscita da Milano da Porta Ticinese lungo via Ascanio Sforza e il Naviglio Pavese, voltando a sinistra in via Pavia, superato il semaforo di corso San Gottardo, si prende via Tabacchi che si percorre fino al rondò dove si volta a destra in via Castelbarco. Da qui sempre diritto attraversando viale Tibaldi per voltare a sinistra al secondo semaforo di via Bazzi, imboccando via Bernardino Verro.
 
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Si segue la via Verro attraversando via Antonini, quindi a sinistra in via Coari per attraversare via Ripamonti e imboccare via Quaranta. In piazza Sumatra, si gira a destra seguendo via Broni fino a via dell’Assunta e quindi la tortuosa stradina che, tra primi accenni di campagna e ultimi segni di periferia, porta fino all’Abbazia di Chiaravalle. Dopo l’Abbazia si gira a destra superando l’abitato di S.Bernardo, si segue la piccola strada fino al primo incrocio dove si gira a destra, per voltare subito dopo a sinistra in direzione Sesto Ulteriano, che si attraversa percorrendo via Lombardia.
 

Ultima zona industriale poi le Strade Zitte

Purtroppo l’attraversamento di questa brutta zona industriale è inevitabile. Seguendo il percorso più lineare, si giunge alla fine di via Lombardia ad un rondò in cui arrivano mezzi pesanti (e pesantissimi) dalla tangenziale (solo la domenica mattina questo genere di traffico è praticamente inesistente), si attraversa il rondò proseguendo diritto fiancheggiando l’Ikea di San Giuliano, fino all’incrocio successivo dove si gira a destra. Qui dopo 13,5 chilometri dalla partenza (gli ultimi tre sono i peggiori di tutto il lungo percorso) inizia la quiete delle stradine di campagna. La prima di queste strade tranquille è la SP164 che si percorre per poco meno di 3 km fino all’incrocio con la piccolissima strada per Zunico-Carpiano, dove si volta a sinistra. Parallela alla SP164 c’è un breve tratto di pista ciclabile. Girato a sinistra verso Zunico, si segue la stradina fino all’incrocio con la SP40, la si attraversa al semaforo entrando nell’abitato di Carpiano (svolta a destra). Si segue la strada che piegando leggermente verso destra attraversa il paese – chiesa sulla sinistra, grande cascina sulla destra.

Dopo poche centinaia di metri si esce da Carpiano voltando a sinistra in direzione sud verso S.Angelo Lodigiano. Percorsi altri 2,5 km si attraversa la SP165 proseguendo diritto in direzione Pairana, Bascapè, Gugnano fino a Casaletto Lodigiano lungo la SP166. Si attraversa la SP17 Melegnano-S.Angelo e seguendo la SP115 si supera Salerano arrivando a Lodi Vecchio in piazza della Vittoria.I chilometri fino a qui percorsi, dalla partenza, sono 35. A Lodi Vecchio, si prende via IV Novembre (sulla destra), una strada lunga e stretta che chiude a sud l’abitato di Lodi Vecchio, la si percorre tutta in direzione sud-est verso la Basilica di San Bassiano, si supera la piazza pavimentata con mattonelle e in prossimità delle ultime case si scorge il campanile di San Bassiano.

Al bivio, cento metri prima della chiesa, si volta a sinistra seguendo le indicazioni Cascina Lavagna-Lodi; all’incrocio tra la stradina che si sta percorrendo e la SP115 inizia la pista ciclabile, parallela alla provinciale, che porta fino a Lodi. Si supera il Canale Muzza e la ciclabile asfaltata si interrompe. Ci sono due possibilità per attraversare la Muzza: utilizzare il ponte della SP115 riprendendo la ciclabile al di là del canale, oppure scendere a destra, risalire per 50 m circa la Muzza per attraversarla con il ponte ciclo-pedonale e riprendere la ciclabile passando sotto la provinciale (breve tratto sterrato).

Percorsi altri due chilometri la ciclabile finisce, si attraversa la provinciale portandosi a sinistra, quindi ancora a sinistra in direzione Lodi centro. Si segue la strada fino alla chiesa, dove si volta a sinistra in via Pavia; all’altezza dello stadio si gira a destra in via Sant’Angelo, al semaforo si prosegue diritto in via Salvo d’Acquisto che piega con decisione verso sinistra e dopo il semaforo diventa via T. Zalli. Si prosegue fino ad incrociare la ferrovia che si attraversa con un comodo sottopasso ciclo-pedonale. Siamo in centro, vale certamente la pena di concedersi un caffè nella bella Piazza della Vittoria. Usciremo da Lodi seguendo la Via Vecchia Cremonese che ci porterà sulla pista ciclabile parallela alla SP26. Ma qui inizia la seconda tappa di questo avvincente viaggio di pianura.

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