Pertus du Viso: il traforo più antico delle Alpi

Regione: PIEMONTE | Tipologia bici: CICLOALPINA | Treno+Bici: NO

STRADA ZITTA A CURA DI:
Guido Basilisco

Descrizione

Nel 1478 per volere del marchese di Saluzzo Ludovico II, d’intesa con il re di Provenza Renato d’Angiò, fu scavata con “ferro, fuoco, acqua bollente e aceto” una galleria lunga 75 metri che permetteva di evitare la parte più ripida e pericolosa del colle delle Traversette sul Monviso. Il Buco di Viso (Pertus du Viso) è sito a 2882 metri di altitudine ed è aperto indicativamente da giugno ad ottobre in base alle condizioni della neve; collega la valle Po in Italia con la valle del Queyras in Francia.

L’attraversamento del Buco di Viso è solo la prima delle meraviglie offerte da questa cicloalpina di più giorni, che vi permetterà di ammirare le sorgenti del Po a Pian del Re, attraversare il Parco naturale del Queyras, salire il passo dell’Agnello  dal versante Francese, affrontare il Colle di Sampeyre e infine scendere lungo la famosa strada dei Cannoni, sullo spartiacque tra la valle Maira e la valle Varaita.

La gita può essere pianificata previo accertarsi che le condizioni della neve permettano la salita e l’uscita dal traforo sul lato francese. Noi l’abbiamo percorsa a metà luglio, in presenza di numerosi tratti innevati sul lato italiano e una rocambolesca uscita dal traforo lungo una scala di pioli piantati nella neve. E necessario dotarsi di pila frontale. Anche le previsioni meteo devono essere favorevoli prima di avventurarsi in un giro spesso in alta quota.

Ideale per bicicletta gravel e pesi contenuti.

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Profilo tecnico

Primo giorno, pomerggio (30 Km x 1.000D+): si parte dalla periferia di Saluzzo – San Lazzaro, lungo la strada provinciale 260. Alla fontana vicino alla strada potete riempire la borraccia. Si percorre la valle del Po con una salita facilmente pedalabile sino a raggiungere il paese alpino di Crissolo, dove troverete alloggio per la notte.

Secondo giorno (41Km x 1.600D+): da Crissolo (1318 m), ammirando sulla sinistra la sagoma triangolare del Monviso, si pedala su asfalto sino a raggiungere le sorgenti del Po e il rifugio a Pian del Re (2040 m). Conviene rifocillarsi e indossare delle scarpe che facilitino il lungo tratto di portage su sentiero e su neve che vi porterà al Buco di Viso. Bisogna calcolare almeno tre ore di salita, mai pedalabile e talvolta con tratti ancora innevati. Si raggiunge così l’ingresso del traforo che, una volta accesa la pila, viene rapidamente percorso senza alcuna difficoltà. Nel nostro caso, sul lato francese c’era ancora parecchia neve, per cui abbiamo fatto passare le biciclette di mano in mano con una persona piazzata a metà del buco nella neve che garantiva l’uscita. Dopo il traforo, la discesa sino al Gran Belvedere du Viso (2135 m) è ancora con bici a fianco. Volendo, con una breve deviazione dalla traccia si può raggiungere il Refuge du Viso.  Dal Gran Belvedere inizia una piacevole sterrata e poi una tranquillissima strada asfaltata che vi porterà, attraversando i paesini del Queyras,  ad Aiguilles, dove, stanchi della tratta cicloalpina, potrete riposare prima di affrontare, il giorno successivo, la salita dell’Agnello.

Terzo giorno (68 Km x2.200D+): da Aiguilles, dopo una breve discesa sino a Ville Vieille, si svolta a sinistra ed inizia la salita all’Agnello. É una salita classica che insieme al successivo colle di Sampeyre fa parte dei temibili 7 Majeurs, che appartengono alla leggenda del ciclismo. Da lato Francese la salita è meno brusca che dal lato italiano ma comunque i 2744 m del passo ne fanno sempre il più alto valico alpino transfrontaliero, terzo europeo dopo Iseran e Stelvio. Si scende sul lato Italiano dove il traffico automobilistico è sicuramente più invadente che sul lato francese per raggiungere Sampeyre da dove inizia la salita all’omonimo Colle. Notte al rifugio Meira Garneri.

Quarto giorno (65 Km x 870 m): dal rifugio Meira Garneri si completa la salita al Colle di Sampeyre da dove inizia la strada militare che percorre lo spartiacque tra la valle Maira e  valle Varaita fino al colle del Birrone. Lo spettacolo sulle alpi Cozie e Marittime è grandioso. La strada è attualmente chiusa per manutenzione, ma dopo un po’ di discussione con l’addetto ai lavori, siamo riusciti egualmente a passare. Il fondo stradale è abbastanza dissestato e non disdegna pneumatici larghi e non troppo gonfi.  Raggiunto il Colle della Ciabra e il Colle di Balbascura si abbandona la strada dei Cannoni all’altezza del santuario di Valmala, dove riprende l’asfalto. Si scende fino a Brossasco per poi lasciare la provinciale girando a sinistra verso Isasca e il colletto di Brondello; da qui con una rapida discesa lungo la val Bronda si raggiunge Pagno e infine San Lazzaro.

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