Vado bene per la Madonna?
Sorpreso dalla domanda del ciclista, non seppe che cosa rispondergli. Se si, che andava bene, per la Madonna, e anche per Dio, cosi pimpante e valoroso in salita. O se no, che non andava bene, non per la Madonna, perché la Madonna del Ghisallo stava da un’altra parte, perché la Madonna della Guardia stava su un’altra salita, perché la Madonna della neve stava in un’altra regione. Quando decise di rispondergli sì, ma sì, comunque sì, che andava bene per la Madonna, il ciclista si era già dileguato.
Chi va in bici potrà anche essere ateo, ma avrà sempre una sua religiosità , una sua spiritualità , una sua mistica. L’istinto del sacrificio, l’atto di dolore, la comunione dei sensi. In bici si passa dal martirio alla resurrezione, si pagano e si espiano i peccati, si praticano e si valorizzano le virtù. In bici chi va in crisi ha le gambe in croce, chi cade deve immediatamente alzarsi e camminare, chi viene beccato confessa il doping. Ora et pedala. E nel ciclismo ci sono stati i diavoli, da Gerbi (il Diavolo Rosso) a Chiappucci (il Diablo), e gli angeli, come Gaul (l’Angelo delle montagne), come Carrea e Milano (essendo gregari, gli angeli di Coppi), e pure i santi, da Della Santa a Santaromita, senza dimenticare che Santini fa le maglie a tutti o quasi.
Quanto alla Madonna, di solito sta sul percorso. Presidia santuari, chiesette, edicole. Abita in cima a uno strappo, a un colle, a un passo. Da lassù sembra sorvegliare e forse anche proteggere, resistendo alla tentazione – se no, che Madonna sarebbe? – di spingere. E quando non c’è, appare. Provate a chiedere a un corridore che in salita non andava più avanti neanche a spinta che cosa abbia visto, e lui vi risponderà , semplicemente, “la Madonna”.
La Madonna non andava in bici. Con tutte quelle gonne, poi, sarebbe stato perfino pericoloso. Eppure…Vado bene per la Madonna?
Marco Pastonesi
Le immagini di questo articolo sono state scattate dall’autore al Giro del Ruanda 2015
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