PIACENZA-CREMONA-PARMA trittico di pianura nel racconto di Daniela dR

news & appuntamenti

Uscita di giornata per i più allenati, in due tappe con sosta nella bella Cremona per i più tranquilli.

Partenza da Piacenza lungo la ciclovia Vento (VENezia-TOrino). Il percorso asseconda le anse del fiume e mentre sulla destra c’è il po placido e immenso, sulla sinistra la vista si perde sui campi e sui colori delle colture. In questa stagione è tutto di un “verde nuovo” della vegetazione che germoglia, punteggiate dal rosso dei papaveri. La ciclovia è come un’autostrada per bici: asfaltata, larga, con punti di visita privilegiati perché scorre in quota rispetto al Po e ai campi. Dopo un’oretta decido di fare una pausa caffè e devio fuori traccia nel primo centro che individuo: Caselle Landi. Scopro un piccolissimo borgo agricolo: il palazzo Landi e il castello Landi tutto un po’ decadente, ma con pregi costruttivi e storici apprezzabili. Riprendo la ciclovia fino alla Cà Malpensata dove un sentiero in single track mi chiama e mi fa immergere in campi infiniti di papaveri e un laghetto; la cascina purtroppo è in abbandono. Ritorno alla Vento e proseguo fin dove l’Adda confluisce nel Po, scopro un piccolo sentiero che porta ad un belvedere proprio nel punto in cui le due acque si mescolano; zanzare a parte, vale la pena di andarlo a vedere. Dopo una ventina di chilometri arrivo a Cremona bellissima città con centro storico ricco di evidenze architettoniche, anche di bar e bistrot all’aperto, attenzione se arrivate come me di sabato c’è il mercato che occupa gran parte del centro ed è meglio attraversarlo con bici a mano.

Mi fermo a pranzo in uno dei tanti bar fronte duomo e mentre mangio un boccone, mi gusto la vista dell’imponente cattedrale. Dopo un giro random per il centro vado a riprendere la Vento verso sud. È la prima volta che pedalo in questa direzione, la ciclabile è abbastanzafrequentata oggi, i ciclisti e i podisti che incrocio salutano tutti. Il paesaggio è rigoglioso e riempie l’anima, attraversa piccole oasi naturali in cui vivono le tartarughe. Seguo, e mentre vado osservo una formazione nuvolosa sulla dx (pioggia?) sicuramente un’occasione per fotografare campi e nuvole con tagli di luce singolari. Mi dirigo verso il ponte Giuseppe Verdi è l’unico tratto che devo fare insieme alle auto per attraversare il Po. In realtà il ponte è una sopraelevata di quasi 4km dove purtroppo non è possibile fermarsi, ma da cui si gode un panorama a tutto tondo sul territorio. Le auto corrono, dunque prestate attenzione! Per fortuna poi il ponte finisce e siete in Emilia. La campagna è simile, ma le cascine da queste parti sono profondamente diverse: hanno tutte di fianco all’ingresso della corte una torre come quella dei castelli. Incrocio allevamenti di mucche e campi di grano già raccolto punteggiati di balle rotonde e dorate.

Purtroppo, da qui in avanti un vento, contrario manco a dirlo e molto forte mi fa compagnia e diventa faticoso pedalare. Prendo la ciclabile del Taro che mi porterà per i prossimi 40km fino a Parma. In realtà il Taro non si vede o quasi: la ciclabile corre sopraelevata, ma il fiume scorre molto in basso ed è nascosto dalla fitta vegetazione. Si incrociano ovunque segnali di trattorie dove fermarsi a mangiare, sono entrata in quella che è chiamata la food valley e si vede. Finalmente proprio prima di lasciare questa ciclabile c’è un punto dove il fiume si lascia fotografare e dove i ragazzi del posto fanno il bagno. Un punto davvero bello. Con gli ultimi 20 chilometri si arriva a Parma. La ciclabile del Taro prosegue fin dentro Parma, ma sbaglio strada e proseguo su altre strade secondarie poco interessati e dove la natura e il silenzio che mi hanno accompagnato per tutto il giorno mi lasciano, purtroppo, definitivamente. Arrivo in una città affollata e molto trafficata, decido di non perderci troppo tempo, la vedrò meglio un’altra volta senza il caos del sabato pomeriggio. Mi dirigo verso la stazione e rientro.

DOWNLOAD GPX CLICCA QUI

A cura di Daniela Turbolenta della Ragione

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

X

SOSTIENI IL PROGETTO LE STRADE ZITTE

L’obiettivo è tutelare e valorizzare il paesaggio italiano. Se condividi la nostra visione, se scarichi le tracce dei percorsi proposti, se vuoi che Turbolento continui a creare nuove Strade Zitte per far conoscere l’Italia meno conosciuta, sostieni il nostro progetto con la tua donazione.

Dona ora