Viaggiare consapevolmente, un’esperienza svuotata del suo significato.
La deriva del turismo di massa ha portato negli ultimi anni a gravissimi danni nei confronti di alcune realtà locali, che sono diventate luoghi da fotografare e in cui consumare nel modo più sfrenato, invece che luoghi da vivere.
Vedere un monumento, un paesaggio o scattare una foto di un luogo può essere considerato viaggiare?
Un viaggio nel ventunesimo secolo può arricchirci se porta con sé un’esperienza di riflessione, prima che un’esperienza visiva.
Un luogo non è una fotografia e nemmeno un video: è fatto di natura, di vita e delle voci di chi vi abita.
La fuga dei residenti da alcune città a causa del turismo invadente e irresponsabile ha contribuito, invece, a rendere il viaggio un’esperienza standardizzata, vuota e inutile, che non ha nessun valore in più rispetto a un tour virtuale.
La scelta personale di un nuovo modo di viaggiare consapevolmente
La pandemia ci ha fermati in questa folle corsa al riempimento delle pagine del passaporto, offrendoci l’occasione di riflettere sul valore dato a ogni esperienza di viaggio, breve o lunga, quotidiana o occasionale.
Siamo di fronte a un bivio: sostituire un’esperienza di viaggio ormai fine a sé stessa con un surrogato digitale, o riscoprire il vero valore del viaggio, che non è né la lontananza né l’esoticità, ma la possibilità di un grande cambiamento in noi stessi?
La seconda opzione, oltre ad avere un valore interiore per la persona che la sceglie, offre anche l’opportunità di viaggiare in modo più responsabile e sostenibile, contribuendo dunque ad arricchire non solo la nostra anima, ma anche il luogo che visitiamo e il pianeta in generale.
La speranza è dunque quella di sfruttare questo “punto di non ritorno”, che ha costretto l’intera umanità a porre un freno al naturale istinto di spostarsi, per fermarsi a riflettere personalmente sul valore di un’esperienza di viaggio.
Una delle principali vie da intraprendere in questo percorso di riscoperta del viaggio è sicuramente quella del cicloturismo, in quanto la bicicletta è un mezzo che soddisfa tutti i criteri precedentemente illustrati.
Viaggiando in sella a una bici, oltre ad avere l’opportunità di evitare ogni tipo di emissione che possa danneggiare l’ambiente, è facile trovare tempo e spazio per riflettere sulle realtà che stiamo attraversando, magari fermandosi davanti a un particolare scenario che, utilizzando un mezzo più veloce, non avremmo mai notato.