
Questo itinerario che conduce alla scalata del Monte Amiata da Viterbo con una bicicletta gravel (o anche stradale), tracciato da Federica Gallo, è impegnativo, ma sicuramente vale la pena di essere affrontato. Perché? Perché ha tutto: l’intermodalità con il treno per partire e tornare con facilità, la possibilità di pedalare su tracciati immersi nella natura, quel senso di avventura ciclistica che ripaga ogni fatica, paesaggi mozzafiato, due regioni da attraversare – Lazio e Toscana – e un dislivello totale di ben 2700 metri. Una sfida, sì, ma anche una vera esperienza da vivere da soli o in compagnia facendosi guidare dalla nostra traccia GPX. Da affrontare in giornata per i più allenati, in due tappe per tutti gli altri.
Il percorso prende avvio dalla Porta Romana, nel cuore della splendida Viterbo, facilmente raggiungibile in treno. Una volta usciti dalla stazione, si lascia alle spalle il centro abitato per dirigersi verso Bagnaia, nota per gli straordinari giardini all’italiana di Villa Lante. Da qui, ci si addentra nella rigogliosa campagna della Tuscia, in direzione di Montefiascone.
Giunti in paese, si imbocca la Strada Statale Cassia (SS2), che si inerpica verso i confini toscani. Il tracciato lambisce le sponde del Lago di Bolsena, attraversa i borghi di San Lorenzo Nuovo e Acquapendente, e conduce fino al limite settentrionale del Lazio. Vale la pena volgere lo sguardo a sinistra per scorgere Proceno, un piccolo gioiello sulla Via Francigena, incastonato tra le colline.
Da questo punto in poi, l’attenzione si sposta sull’impegnativa salita che ci attende. Lasciata la Cassia, si affronta la lunga e costante ascesa verso il Monte Amiata: 29 chilometri con un dislivello positivo di 1400 metri. Il tracciato, pur concedendo qualche breve tregua nei pressi di Piancastagnaio e Abbadia San Salvatore, si fa severo soprattutto nelle prime rampe, dove le pendenze raggiungono il 12%. Che nella scala di valori delle salite secondo Turbolento, è considerata “salitaccia”.
Il paesaggio muta gradualmente: le dolci linee delle colline lasciano spazio ai fitti boschi e ci ritroviamo immersi nella splendida faggeta dell’Amiata, che regala ombra e frescura per buona parte della salita. La fatica viene ripagata all’arrivo al Pianello, a quota 1670 metri, dove si può sostare presso il rifugio, magari brindando alla Cima Coppi (è possibile pernottare).
Segue un lungo tratto in discesa: conviene avere con sé un antivento per proteggersi. I primi chilometri richiedono prudenza a causa del manto stradale irregolare, ma una volta scesi di quota, il percorso diventa più fluido, con curve più dolci e un asfalto scorrevole. La vista si apre nuovamente sui colli della Maremma. Una deviazione regala uno sguardo alle suggestive Cascate del Mulino, nei pressi di Saturnia, prima di raggiungere la pianura vicino a Orbetello. Qui si trova la stazione ferroviaria per il rientro alla base, Roma.