Elogio delle Strade Zitte (e delle tracce GPX)

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Esiste una raccolta di itinerari per pedalare in Italia lungo strade secondarie di campagna e di montagna, fuori dalle vie più battute, lontano dal turismo di massa e dal traffico “arrogante e fracassone” dei motori?

Si esiste, si chiama le Strade Zitte.

Piccole strade immerse in quella grande e diffusa bellezza naturale, culturale, architettonica, che solo il nostro Paese può vantare. Tracce .gpx di qualità, studiate a computer, collaudate e quindi ripulite di nuovo a computer, dopo il sopralluogo. Pronte per essere caricate sul navigatore della vostra bicicletta. Dal nostro sito o da Komoot

Perché una traccia .gpx ben fatta e uno strumento di navigazione efficiente, possono guidare chiunque, in bicicletta, alla scoperta del territorio e del patrimonio  italiano di bello diffuso.

Unione tra velocità e lentezza

Le Strade Zitte nascono da una intuizione di Turbolento Thinkbike, società sportiva ciclistica, nata a Milano 31 anni fa, per il benessere psico-fisico dei suoi fondatori, per far incontrare velocità e lentezza, sport e divertimento. Noi lo definiamo intrattenimento ciclistico o cycletainment.

La creazione di itinerari cicloturistici inizia nel 1999 grazie alla Provincia di Milano con percorsi tra i Navigli e il Parco Agricolo Sud Milano, raccolti in un cofanetto a schede. Gli itinerari sono poi cresciuti numericamente e migliorati qualitativamente con l’avvento delle tracce .gpx per i navigatori da bici. Oggi includono lunghi percorsi da affrontare a tappe come la Gabicce-Bolgheri, da costa a costa, o la grande diagonale appenninica da Pisa ad Ascoli, la Milano-Roma, il Grand Tour Lombardia, il Salento Tour…Fino all’ultima Strada Zitta tracciata, quella della Chase the Sun da Cesenatico a Tirrenia. Una vera e propria “superstrada zitta”.

Il nome le Strade Zitte nasce nel 2005, ispirato da una canzone di Paolo Conte. Meraviglioso cantore/poeta della profonda provincia italica, di storie ciclistiche, di magiche invenzioni.

Oltre le dolcezze dell’Harris Bar
e le tenerezze di Zanzibar
c’era questa strada.
Oltre le illusioni di Timbuctu
e le gambe lunghe di Babalù,
c’era questa strada, questa strada zitta che vola via…
(Hemingway 1981)

Elogio del bello

Le Strade Zitte non sono quasi mai la via più diretta tra partenza e arrivo, ma la più piacevole, più tranquilla, più bella e spesso anche la più sicura.

Le Strade Zitte sono itinerari da collezionare, tracce quasi sempre perfette. Diciamo quasi perché l’errore umano è sempre in agguato, quanto le modifiche alla viabilità che all’improvviso mettono una rotatoria al posto di un incrocio, o peggio introducono un bel divieto di accesso. E le nostre tracce, a volte, non vengono aggiornate. Ma il viaggiare in bicicletta deve insegnare anche l’arte di arrangiarsi, orientarsi, cavarsela di fronte ai piccoli imprevisti.

Viaggiare in bicicletta ci fa diventare elementi del paesaggio, dei luoghi, dell’ambiente che attraversiamo. Ci fa scoprire i nostri limiti e anche il modo per superarli. Ci fa capire come gestire la fatica e le nostre energie. Nessuno meglio di chi si muove in bicicletta sa cosa vuol dire non sprecare energia. O meglio non sprecare in assoluto. Ride your Future. 

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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