Il codice della strada va rispettato. Da tutti.

tecnica & pratica

JOE BRYKSA/WINNIPEG FREE PRESS Local- (see Gabriel's story)- Critical Mass ride wore this message on her back while waiting for ride to start in Central Park. Aprx 200 riders took place in the protest ride- Aug 25, 2006 Codice si, codice no. Il recente inasprimento dell’eterna querelle sui ciclisti che vede due posizioni fronteggiarsi sempre più bellicosamente, da un lato i “non rispettano le regole, sono dappertutto, pericolosi per sé e per gli altri, dovrebbero multare anche loro, mettetegli la targa…”

E dall’all’altro i “si sentono padroni delle strade e delle città, inquinano, ammazzano…dovrebbero andare a piedi…” fino alla recente minaccia  di alcune giunte di cominciare a registrare e multare le bici, di tutti i generi e tipi,  ha creato un certo scompiglio,  e  dalle rastrelliere ai portabici e tra le gomme soffiava vento di guerra, così abbiamo pensato di riunirci per parlarne con calma (si fa per dire).

Bici da corsa Ho cominciato io, dicendo che sarei d’accordo nel rispettare le regole, che anche i ciclisti possono essere pericolosi,  e che trovarsi davanti un gruppo di bici affiancate all’improvviso può essere davvero pericoloso. Penso che dovremmo rispettare i segnali, evitare i marciapiedi, gli attraversamenti pedonali, e usare le luci, il casco, con sotto possibilmente anche una testa. Temere i rossi come il demonio, non parlare al cellulare, non sentire la musica a tutto volume. Non ho fatto neanche a tempo a finire, che son saltate su tutte. La mountain bike ce l’aveva con un riccio in mezzo alla strada che l’ha fatta bucare, e dice che I boschi sono infestati dai cinghiali, che quelli col cavolo che rispettano Il codice. La  bici eroica, un’affascinante francese d’altri tempi, ha detto che le autovetture le fanno sempre mangiare la polvere e le viene la tosse, ma quella più arrabbiata è stata, indovinate un po’, lei la solita  bici da città: “sei impazzita?!” Ha urlato, come le stessero staccando I raggi uno a uno, “parli bene tu, che vai su strade deserte, dove passa una macchina ogni morte di papa, e sono così ripide che nemmeno loro riescono ad andare forte, e così tortuose che neanche l’automobilista più becero si sognerebbe di tirar fuori il cellulare…ma prova un po’ a venire dalle mie parti, e vediamo: in città vanno tutti come pazzi, altro che cinquanta, o addirittura trenta all’ora, bellezza, e ci passano così vicino che non abbiamo più bisogno della ceretta,  girano senza freccia, posteggiano in seconda quando non terza fila, o a filo delle rotaie che è anche peggio, parlano tutti al cellulare, quando va bene, perché spesso chattano, li vedo quando gli passo di fianco, tutti con una mano sulle gambe a smanettare con la tastiera e gli occhi bassi, ti rendi conto?  E noi secondo te ci divertiamo a salire sui marciapiedi? O, come dicono spesso, perché il pave ci fa male al sellino?  E’ che per passare un’auto in seconda fila sei costretta a uscire di colpo dove gli altri sopraggiungono a velocità folli, e si rischia la vita. E quindi ogni tanto si cerca scampo dove non dovremmo. Te lo ricordi Giacomino, sì? È morto così, e aveva solo 13 anni. Quindi o lo facciamo tutti, un bel passo verso il rispetto del codice, o te lo sogni che noi ci mettiamo a fare le zelanti per rischiare la pelle.“

Insomma, è stata davvero un’assemblea burrascosa, credetemi. Ma alla fine abbiamo trovato un (faticoso) accordo: ha senso rispettare il codice e le norme di sicurezza più elementari, casco, luci, sensi di marcia, semafori. Soprattutto semafori, senza se e senza ma, e soprattutto senza rossi. Ma chiediamo che tutti quelli che esternano e richiedono “maggior rispetto del codice della strada” e gridano allo scandalo dei ciclisti che non lo applicano, estendessero il grido a tutte le categorie, a partire dalle auto. E chi posteggia in doppia fila, sulle piste o supera i limiti (l’automobilista che non ha mai fatto in vita sua una di queste cose scagli la prima multa a una bici) sia esecrato almeno altrettanto se non di più. Perché, non per dare ragione a quella fanatica, ma quando leggo “rischiano il linciaggio” parlando dei ciclisti e solo di loro, devo confessare che anche a me prudono I pedali.

Allora, cominciamo a rispettare il codice, non solo della strada, ma soprattutto quello del buon senso, tutti quanti, che dite?

Abbiamo imparato il car sharing e il bike sharing. Ma quando impareremo il road sharing?

Alberta Turbolenta Schiatti – Donne con le Gomme

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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