Training in Dolomiti

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Dolomiti e Cesenatico, luoghi legati dalla bicicletta.

Sabato 17 giugno, annus Domini 2017, Christian Pircher, neofita della bicicletta, partecipa alla prima edizione della Chase the Sun Italia-Enervit. E’ alla sua prima prova su lunga distanza. Con lui, Kurt Ploner e Claudia Rier.

Il sabato sera, durante la cena di arrivo a Tirrenia, abbiamo parlato di bici, di sole, di molte pedalate, di montagne e naturalmente di Dolomiti. Subito si è creato un rapporto reciproco di stima e simpatia. Kurt organizza la Dolomiti Superbike, che ha una fortissima e lunga tradizione nel settore mtb. Claudia si occupa della promozione turistica dell’Alto Adige. Christian ha un bellissimo, storico ed elegante albergo-gasthaus di famiglia a Villabassa. Ci siamo salutati con la promessa che dopo la Maratona delle Dolomiti, sarei passato a trovarlo. E così è stato. Ci siamo concessi ovviamente una mezza giornata di pedalata, di lunedì pomeriggio, lusso tra i lussi, facendo il giro Dobbiaco-Misurina-Cortina. Poca gente, tanto sole. Fantastiche Dolomiti.

Il ritmo di quella pedalata era intenso, come intensa era la incredibile piacevolezza del paesaggio. Da Dobbiaco la strada sale dolcemente fino al lago di Landro in località Carbonin. In prossimità del lago Christian mi fa fermare per due ragioni: una speciale vista sulle Tre Cime di Lavaredo, che solo da questo punto della valle si riesce ad avere e un buon caffè.

Si riparte abbandonando la strada per Cortina; inizia la salita a Misurina, una decina di chilometri scarsi con pendenza che a tratti supera il 10%, poi l’incanto del lago in cui si specchiano quelle montagne incantate, sempre presenti nei racconti di Buzzati.

Salta alla memoria il racconto di “Bàrnabo delle montagne” in cui si susseguono la magia e il mistero dei boschi, la paura e l’attrazione delle crode, il silenzio e la luce di questi luoghi. Che anche a fotografarli mille volte non si riesce a farli rivivere come dal vivo. In questi luoghi, questi orizzonti, queste valli e cime, pietraie e verdi prati, lo sguardo, il pensiero e il cuore si aprono in modo sempre diverso e prepotente. E’ un mondo davvero incantato. Più si vuole salire in alto e più, ovviamente, il pedalare si fa impegnativo, soprattutto se si vogliono affrontare passi come il Giau, il Falzarego & company.

Breve pausa di contemplazione e si riparte con brevissima discesa per risalire subito al passo Tre Croci e da qui con meravigliosa discesa in un inesauribile bosco di larici, si raggiunge Cortina. Stiamo girando attorno al gruppo del Cristallo. Ci aspetta ancora la salita a Cime Banche poi il rientro veloce a Villabassa.

Splendido e molto impegnativo anche il tour che da Cortina scalando Falzarego e Valparola scende in Val Badia, per tornare in Val Pusteria, a Valdaora, attraverso la valle di San Vigilio e il Passo Furcia. Solo per i ben allenati.

Si sa, mentre si pedala si pensa. Molto. E così si inizia ad immaginare e accarezzare l’idea di una Dolomiti Cycling Experience, non proprio alla portata di tutti, ma quasi. Per chiudere questo giro, con buon ritmo, ma senza frenesia, ci abbiamo impiegato poco meno di 4 ore. Il che significa che in 5 o 6 ore con le giuste pause e un’andatura da conversazione, in molti ce la possono fare. Per ritrovarsi stanchi, ma felici, a fine giornata a raccontare la loro impresa dolomitica, super-classica.

Su questi pensieri io e Christian ci siamo confrontati. Le possibili mete ciclistiche da Villabassa, non mancano. Con estrema facilità si raggiunge il lago di Braies, sicuramente uno dei luoghi più piacevoli del mondo. Ora reso ancora più famoso in Italia dalla fiction “A un passo dal cielo”. Di fronte a Braies si apre la Val Casies, con i suoi masi e i pascoli ordinati e perfetti. Il giro dei Masi in Val Casies, è gita da mezza giornata. Unita alla salita al lago di Braies diventa un’altra giornata indimenticabile in bicicletta.

Più o meno parallela alla Val Casies, poco più occidentale è la Valle di Anterselva con il suo lago e la strada che a senso unico alternato per non essere troppo invasiva, porta in Austria attraverso il Passo Stalle. Ripida e bellissima.

La strada che sale ad Anterselva è un lungo fondovalle che diventa sempre più ripido. Non pochi e non brevi i tratti tra il 9 e l’11%. A 1600m di quota si raggiunge il lago chiuso tra le cime. Già molto bello, ma…da qui inizia il “bello migliore”.

Un semaforo rosso, tre auto ferme in coda e la strada che si stringe diventando mono carreggiata. Abbiamo notato un grande cartello segnaletico, ma stanchi per i parecchi chilometri di salita già percorsi, non ci abbiamo prestato attenzione. Così torniamo indietro di qualche decina di metri per capire. Trattasi di strada a senso unico alternato con intervallo di chiusura che dura ben 45’. Da circa 5 minuti è chiusa nel nostro senso di marcia, quindi abbiamo circa 40 minuti di pace totale per salire. Pronti via, ci immergiamo in questo meraviglioso bosco di conifere, sicuramente popolato da gnomi ed elfi, ma di giorno non si dovrebbero incontrare…il Garmin segna spesso e per lunghi tratti la pendenza del 10%. Un tornante, poi un’altro, qualche lungo mezzacosta, un sorso di Enervitene, una seconda sequenza di tornanti e ad ognuno incrociamo il sentiero per chi sale a piedi. A volte si affianca, altre volte attraversa questo perfetto nastro d’asfalto che sembra uscito da una fiaba.

Quattro chilometri emmezzo di lunghezza con 400m di dislivello. A tre quarti del percorso incontriamo il “convoglio” di auto che scende. La strada è veramente stretta, in alcuni punti è difficile sfilare di fianco alle auto che scendono. Per non sbandare e tenere bene la traiettoria sul ciglio strada, si deve accelerare un po’ e non è facile. Fortunatamente il fiato è sostenuto dall’ossigeno di questa ricca e incontaminata vegetazione.

Riusciamo ad arrivare in cima pochi metri davanti alle auto che avevamo lasciato al semaforo in prossimità del lago. Non ce lo siamo detti, ma tutti iniziando a salire abbiamo pensato: “dobbiamo arrivare in cima, prima di queste auto”. Ecco queste sono le sfide che ci piacciono. Non contro altri come noi. Ma che freddo qua in cima. Il cielo è grigio e c’è una grande umidità.

Da Villabassa, in circa 10 chilometri, si raggiunge San Candido e la ciclabile per Lienz. Che altro non è che la prosecuzione della ciclabile da Fortezza a Villabassa, percorrendo così tutta la Val Pusteria. La parte italiana fino a San Candido è più aperta e soleggiata, ma l’arrivo a Lienz in bicicletta è un “must” a cui non si può rinunciare.

Noi, a Lienz, ci siamo arrivati scendendo dal Passo Stalle, con lunghissima (e fredda) discesa che in 50 chilometri, quasi interamente su pista ciclabile, ci ha portati dai 2.000 metri di quota del passo, al centro della cittadina austriaca.  Ancora qualche chilometro a pedali poi si sale sul treno della Val Pusteria, fatto apposta per accogliere i ciclisti e lo loro biciclette. A fine settembre il clima è decisamente fresco e la lunga discesa, con abbigliamento ancora troppo estivo per i luoghi, ci ha infreddolito non poco. Siamo a fine giornata e nonostante il te caldo appena bevuto, scegliamo di approfittare del treno. Un solo rammarico: passare in treno davanti allo stabilimento Loacker (che bontà!), passandoci in bici un salto allo spaccio forse lo avremmo fatto, volentieri…

Villabassa è un ottimo campo base per qualche giorno di grande ciclismo turistico. Una esperienza dolomitica davvero completa, con differenti livelli di difficoltà e la possibilità per i meno allenati di unirsi al gruppo con le e-bike. Il giro di Prato Piazza, per alcuni in bici da corsa, per altri in e-bike, potrà essere per tutti una bella emozione. Percorrendo un tratto della Dolomiti Superbike. In bici da corsa questo sterrato non è pedalabile, dite voi? considerate che ci sono arrivati con le bici d’epoca durante la prima edizione dell’Eroica Dolomiti, perché non ci si dovrebbe arrivare con una moderna bici da corsa? Purché le vostre ruote non siano di quelle che impallidiscono dove l’asfalto finisce.

E per chiudere, consentiteci una divagazione sul buon cibo locale che si gusta da queste parti e in particolare la cucina della Adler Gasthaus che organizza questa Dolomiti Cycling Experience. Due sole parole: certamente merita. Così come merita la naturale gentilezza e simpatia di Christian, di tutto il suo staff e di tutta la famiglia Pircher.

Per una esperienza ciclistica all’insegna dell’azione, in tutti i sensi. Andature da conversazione, contemplazione del paesaggio che attraversate e degustazione dell’enogastronomia locale. E non ce ne vogliano quelli che, anche sulle ciclabili, cercano il racing a tutti i costi.

Questo articolo è stato pubblicato su Cyclist Italia n.19 di dic2017-gen2018

 

A inizio Giugno 2018, a Villabassa, con base all’Adler Gasthaus organizziamo il Dolomiti Training Camp, di 5 o 7 giorni, dedicato alla preparazione della Chase the Sun Italia-Enervit del 23 giugno.

Scriveteci per maggiori informazioni. 

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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