Cicloturismo sportivo: the cycling (R)evolution

racconti & riflessioni

Sempre più persone trovano nella regolare pratica sportiva e negli stimoli culturali, il proprio benessere psico-fisico. Per raggiungere quel magico accordo tra mente e corpo, che aiuta a mantenere il nostro equilibrio fisico e mentale quotidiano.

Tra le finalità statutarie del Veloclub Turbolento Milano, anno di costituzione 1995, si dice: La pratica sportiva e ricreativa, sia in forma individuale che di gruppo, viene intesa come mezzo di formazione psico-fisica e morale per il benessere e la qualità della vita, dei soci”.

Il cicloturismo sportivo ci porta a pedalare nel paesaggio italiano, a viverlo e apprezzarlo ad un ritmo lento, alla ricerca, scoperta e rispetto del bello diffuso del nostro paese. Pedalare nella natura è cibo per la nostra mente. Un accrescimento culturale ed anche un sanissimo esercizio fisico. Noi lo chiamiamo cicloturismo sportivo o turismo sportivo in bicicletta. Che non è figlio di un Dio minore rispetto al ciclismo. Anzi.

Nel futuro del nostro sviluppo c’è, ci deve essere, un nuovo concetto di consumo, di valori e di attività in grado di ridefinire il prodotto interno lordo, estendendolo a quelle attività che migliorano la qualità della vita e l’equilibrio psico-fisico (PIL come pedalata interna lorda).

Gli individui, non genericamente la gente, chiedono proposte, cose, attività, iniziative diversità, originalità e capacità di sorprendere. Da troppe parti si presuppone ancora di sapere ciò che “la gente” vuole, senza rendersi conto che “la gente”, non esiste più. Non è più così, oggi c’è un esercito di “individui” che la pensa in modo diverso. Sono più difficili da intercettare. Non si fanno imbrigliare.

Cicloturismo sportivo: questa sarà la tua prossima sfida 

Nel mondo della bicicletta, con la complicità della MTB, delle ibride, delle biciclette per il turismo o per i lunghi viaggi e di chi comunque continua a sforzarsi per fare cultura anche con la bicicletta, cresce il movimento delle randonnè, del ciclocross open, sempre più persone scoprono il piacere del gravel, che tradotto in italiano vuol dire brecciolino o ghiaia. Con quel suono particolare, tra il fruscio e lo scricchiolio, che pare cantare sotto le nostre ruote leggere.

L’amico Giancarlo Brocci, un visionario di poche, ma essenziali parole, circa 15 anni fa, ha saputo anticipare e immaginare il futuro, che come diceva Albert Einstein, prima di essere altrove è nella nostra testa. E con grande intuito premonitore, ha lanciato le strade bianche.

L’individuo cerca stimoli, suggestioni, coinvolgimento, gratificazione, appartenenza, esperienza, sorpresa, impegno, identità. Ogni individuo immagina, inventa, crea e vuole raccontare, raccontarsi.

E il racconto della bicicletta cattura sempre più individui in cerca di benessere psico-fisico, di outdoor, di quella cultura discreta, appassionata, faticosa, impegnata, onesta, che la bicicletta rappresenta. Una nuova cultura del ciclismo tra sport e turismo, esigente, impegnato, in logica più ricreativa che agonistica. Sempre più individui viaggiano in bicicletta e scelgono le vacanze in funzione della bicicletta. Ed ecco allora emergere l’esigenza del turismo ciclistico sportivo.

Il termine sportivo ci sta, senza imbrogli od illusioni, perché per fare, senza stress, 70-80-120km, magari per più giorni consecutivi, occorre, non necessariamente un allenamento stressante, ma di certo una adeguata preparazione, .

Quando siamo nati, abbiamo proposto il “profilo del ciclista turbolento” datato lug ’94. Oggi, ventidue anni dopo, lanciamo un nuovo messaggio, con e per la bicicletta. The Cycling (R)evolution.

Vivere con attenzione, passione curiosità, sentirsi parte del nostro ambiente, di cui siamo gli unici responsabili. Praticare un naturale e spontaneo stile di vita orientato alla salute e al benessere fisico e mentale, pensare positivo, non fare uso di droghe o doping, avere fiducia in noi e negli altri, pensare sempre che gli altri siamo noi, non sprecare le risorse alimentari ed energetiche, non abusare dei motori, ascoltare buona musica, inseguire il proprio sogno con un forte senso sia del dovere che del piacere, consapevoli che ogni nostro gesto ha una funzione, è un’emozione, produce una reazione.

La bicicletta è libertà, benessere, buonumore, sobrietà, attenzione, funzione, emozione, eleganza, agilità, praticità, semplicità, amicizia, aggregazione, solidarietà, squadra.

La bicicletta è un prodigio meccanico per creare emozioni, dalla bicicletta può nascere un contagio positivo per un nuovo rinascimento umanista. E’ una macchina perfetta per creare relazioni sociali e per conoscere meglio se stessi.

Con la sua imperturbabile e agile dinamicità, permette di ridisegnare il territorio, inventando itinerari e percorsi inediti, creando infinite e nuove configurazioni anche dei luoghi a noi più conosciuti.

La bicicletta è la prima compagna di gioco e di strada, una pietra miliare nella crescita di quasi tutti i bambini del mondo. Quando si arriva a togliere le rotelle si aggiunge una enorme dose di autonomia, una diversa dimensione al gioco, allo spazio, alle amicizie. Il mondo e gli orizzonti si allargano a dismisura. Crescendo tutto questo rischia di essere dimenticato.

Il cicloturismo sportivo, come molte altre attività all’aria aperta, aiuta a mantenersi in forma, ad apprezzare e rispettare il nostro spazio, la nostra aria, la nostra natura, ad essere più agili e dinamici, con il corpo, l’anima e il cervello. Bisogna metterci energia, ma altrettanta se ne ottiene.

The cycling (R)evolution – Luglio 2016

 

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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