A dicembre 2012 abbiamo deciso di vendere l’auto. Una vecchia Nissan X-Trail a benzina, 2000cc con 170.000km, qualche acciacco, pochi per la verità. Era un Euro 3 e all’inizio dell’avventura “Area C” (da sostenere e migliorare), il sindaco della nostra città ci mandò una lettera dicendoci che, poiché la nostra auto era considerata NON inquinante, avrebbe potuto circolare liberamente.
Strane teorie quelle dalle politica moderna, un motore a benzina non inquinante è davvero strano. Infatti il livello degli inquinanti e delle polveri sottili, nella nostra città (sempre la stessa di cui sopra, con relativo Sindaco che nel frattempo è cambiato) è in costante crescita. Inquinamento affievolito solo dalla forte crisi economica che sta costringendo molti, sottoscritto incluso, a praticare una nuova e spesso salutare sobrietà nei consumi (tutti, indistintamente).
Auto venduta. Andata all’estero, senza targhe per definitiva esportazione (ai concessionari non interessava, per nessun tipo di permuta, era ormai un’auto problematica). Così è stata scelta una via differente. Di quelle che raramente si prendono in considerazione.
Era l’unica posseduta in famiglia. La seconda auto era stata eliminata già da anni, contestualmente all’abbonamento al CAR SHARING, offertoci in promozione da Ikea. E’ in questo modo che abbiamo iniziato a sperimentare il nuovo servizio. Sicuramente valido e positivo. Se riuscisse ad avere più successo, avremmo risolto i problemi di traffico, viabilità, inquinamento e ciclabilità nella nostra città.
Da dicembre sono passati 6 mesi, ci eravamo detti che avremmo ricomprato una piccola auto, perché è difficile vivere senza….invece no. Si può! siamo liberi come l’aria….
Bilancio economico, certamente positivo.
Premesso che abbiamo sempre usato poco l’auto (170.000km in 11 anni), devo riconoscere che non ci sono più i costi di bollo e assicurazione (nel nostro caso circa 1.500eu), non c’è più il costo della benzina ne della manutenzione.
A cui si aggiunge il bilancio “sociale”. Altrettanto positivo.
Non c’è più da cercare parcheggio, non dobbiamo ricordaci di spostare l’auto per il lavaggio strade, non c’è più la ricerca della chiave condivisa dai vari “patentati” di famiglia, il bollino blu ogni due anni, le visite periodiche dal meccanico e in più abbiamo, tra car sharing e servizi di auto a noleggio, tutte le auto, furgoni, pulmini, che possiamo desiderare a seconda delle necessità e i vari gestori fanno a gara ad offrirceli…con tutte le convenzioni possibili.
Ora nel parco circolante del CAR SHARING sono arrivate anche le auto elettriche. Fantastiche! Guidare un’auto completamente elettrica è tutto un altro modo di guidare (guido ormai da quarant’anni). Lo definirei uno stile di guida “attento a silenzioso” al 100%. Si deve stare più attenti agli altri, soprattutto pedoni e ciclisti che non ci sentono arrivare. E si capisce bene, quanto gli altri motori siano arroganti e fracassoni.
Si ha un tipo di guida molto più sobrio e accorto. Non ho ancora capito bene perché, ma non è solo una sensazione mia.
E allora chiudiamola li col motore a scoppio, che tanto ha infervorato i futuristi e andiamo silenziosamente a riscoprire il chiaro di luna.
E re-inventiamo anche l’economia e il modello di sviluppo. Senza tremare di fronte al cambiamento che ognuno di noi deve affrontare, per riprendere il cammino di un nuovo progresso che ci aiuti a conservare noi stessi e il nostro pianeta, lasciando ai nostri figli la prateria (e tutto il resto) come ci piacerebbe ritrovarla al nostro ritorno (antico detto Sioux).
Lo stesso vale per le auto del car-sharing, il più delle volte nuove e molto in ordine, a volte rovinate dall’incuria del “tanto non è mia”. Ma se questo servizio non dovesse sopravvivere e avere successo, il danno sarebbe per tutti.