Da Rovigo a Trieste: cronaca di viaggio di Daniela Turbolenta
Scheda anagrafica
615 km, in media 87km/giorno, tappa più breve la prima con 73 km, tappa più lunga la terza con 97 km
dislivello totale 1.050 metri, tra i 110 e i 130 per le prime sei tappe, 290 metri per l’ultima
7 giorni di viaggio dal 20 al 27 luglio 2023
Foto e narrazione a cura di Daniela della Ragione
Note climatiche: 20-21-22-23 caldo torrido con temperature fino a 36 gradi, 24-25-26 bombe d’acqua improvvise e concentrate
GIORNO 1/giovedì: Rovigo – Taglio di Po (73km)
Da Milano a Rovigo con treno Intercity fino a Bologna, poi regionale veloce per Rovigo. Da qui comincia il viaggio in bici che mi porterà da Rovigo a Trieste.
A Rovigo ho appuntamento con Paola, ciclista “elettrica” che ha saputo del mio viaggio dai social e mi accompagna per un’oretta visto che sono dalle sue parti. Una bella chiacchierata in cui mi racconta delle bellezze di zona e chiede dettagli del mio viaggio. Il tempo passa spensierato tra le chiacchiere e non mi accorgo del caldo che fa. Arriviamo all’argine lungo Po ci salutiamo e spingo un po’ di più; sono le 12 fa un caldo porco e nella mia testa si accende l’idea che se vado più veloce arrivo prima e sto meno sotto al sole. Così pedalo verso la mia prima tappa: Adria.
L’argine lungo Po è una specie di autostrada per le bici, asfaltata, larga, con tanta natura intorno e il fiume che scorre placido, ma nessun albero che la ombreggia o punti acqua… ho scelto il giorno sbagliato, ma tant’è, sono qui ora e si pedala. Alle 13:30 non ne posso più del caldo e decido di scendere dall’argine e fermarmi nel primo posto che trovo. Sono a Bottrighe (5km da Adria) vedo un bar e due bici di ciclo-viaggiatori fuori. E’ il posto perfetto. Entro e subito sono accolta, nel frattempo conosco i ciclisti già dentro e si chiacchiera (al fresco). Pranzo e si riparte insieme. Al bivio per Adria ci separiamo, ho pianificato una deviazione per visitare il paese. Sono le 15 ed è sempre più caldo, Adria è piena di bar, decido che è il momento per una sosta gelato. Alle 16 circa , mi rimetto in sella verso Taglio di Po, ancora 23km per il B&B. Di nuovo l’argine, fa ancora caldo, ma le pause mi hanno rinfrancato, pedalo fluida e finalmente arrivo. L’oste mi accoglie e la camera ha già l’aria condizionata accesa….evviva. Chiudo questa prima tappa con 75km.
GIORNO 2/venerdì: Taglio di Po – Scardovari (96km)
Ho messo la sveglia alle 4:45 e alle 6:00 voglio essere in sella per il mio viaggio da Rovigo a Trieste. Oggi devo fare quasi 100km per arrivare a Scardovari e non voglio patire il caldo di ieri.
Dunque, mi sveglio che è ancora buio, faccio colazione e preparo tutto con calma pensando a cosa potrò fare al pomeriggio. Alle 5:30 albeggia e guardo fuori. Gulp! Cielo nero e nuvoloni in arrivo. Mentre continuo a preparare le borse faccio mille pensieri, uno il contrario dell’altro. Alla fine chiudo con un boh! vado lo stesso!
Così parto guardando il cielo. Da Taglio di Po imbocco la Romea fino all’argine sx Po. Non c’è nessuno in giro a quest’ora e la temperatura è buona. Continuo a tenere lo sguardo in alto per capire dove vanno i nuvoloni, sembra non mi seguano, ma intanto mi fanno perdere i colori dell’alba … uffa. Lascio l’argine sx e passo sul dx. Così molto meglio, il sole che filtra dalle nuvole è schermato dagli alberi lato Po e io pedalo all’ombra con un meteo molto variabile che mi concede di tanto in tanto squarci di luce per poter fare dei begli scatti.
Lascio l’argine per fare il giro del bosco della Mesola, ma ecco che davanti a me di nuovo tutto nero. Penso che se mi prende il temporale mentre sono nel bosco non ho scampo ne ripari. Continuo lo stesso.
Costeggio il bosco in direzione lido di Volano e i nuvoloni spariscono … evviva. Faccio la prima pausa al bar di uno stabilimento balneare, sono le 8 e ho già fatto 40km, il lido è quasi deserto. Mi rilasso. Riparto in direzione Goro attraverso il bosco. Ci sono già stata, ma avevo dimenticato che il primo tratto ha il fondo in sabbia e con la bici carica non voglio rischiare, passo a piedi. Poi finalmente si va per un bel tratto tutto gravel (finalmente). Prima di Goro percorro molti tratti assolati e inizia a far caldo. Proseguo per Gorino e sono nella situazione di ieri….un caldo porco. Trovo una fontanella e metto la testa sotto l’acqua. Adesso va meglio. Riparto. A Santa Giulia sono di nuovo in ebollizione. Come un miraggio vedo un bar, ma sono le 11:30, è presto per pranzare, ma quando entro vedo che invece è proprio ora di pranzo per i numerosi clienti. Ok mangio una piadina che da queste parti pesa 1kg e mezzo da quanto è abbondante. E si riparte.
La parte più difficile…
É la parte più difficile di questa tappa…..nel mezzo del nulla sotto un sole cocente e non un’anima in giro…. Pedalo così per 35km. Stoica e solo per forza di volontà. Mi fermo mille-mila volte a fare foto, il meteo è tornato variabile e c’è una bella luce per fotografare, ma anche per riposare. Nel frattempo si è alzato il vento e ovviamente è contrario alla mia direzione di marcia. Dopo 96km arrivo a Scardovari. Sono provata. Non per i km, ma per il caldo. Desidero una doccia e stendermi.
Quando finalmente sono in relax al B&B alle 15 ecco il mega temporale, tuoni lampi vento e pioggia. Mi consola che sono al riparo. Mi metto a scrivere questo diario e sistemo le foto, niente attività nel pom. A domani (il caldo non molla e nemmeno io).
GIORNO 3/sabato: Scardovari – Chioggia (98km)
Stamattina sveglia alle 5:00, oggi voglio riuscire a vedere l’alba. Guardo fuori: cielo sereno. Ottimo! Anche per oggi inizia bene il mio viaggio da Rovigo a Trieste.
Alle 6 esco e c’è un bel freschetto (finalmente) stanotte deve aver piovuto. La luce è dorata e i casoni della sacca di Scardovari prendono colori aranciati. Pedalo lentamente e mi godo questa luce e il silenzio; in laguna l’attività dei pescatori è già iniziata. Scatto un po’ di foto, l’alba rende tutto magico.
Prendo poi il ponte per l’isola di Camerini Polesine, ho modificato all’ultimo momento il mio itinerario, seguendo i suggerimenti di Damiano che qui ci vive e sapendo dai social del mio viaggio mi ha dato delle dritte.
Seguo dunque la sua traccia e resto incantata. La strada che percorro offre paesaggi unici. Perdo la cognizione del tempo tanto da fare tardi all’appuntamento con Damiano.
Damiano è un ciclista “in parcheggio” nel senso che ha messo da parte la bici per un po’ per dedicarsi a famiglia e lavoro. Gestisce “La lanterna del Delta” agriturismo per ciclisti e non. Conosce profondamente questo territorio e mi racconta delle escursioni boat-bike sulle microisole del Delta e mille altre possibilità di escursioni uniche per ciclisti. Prendo appunti e gli prometto che tornerò in zona per esplorare meglio il territorio.
Ci salutiamo e riparto. Da qui in avanti il viaggio diventa poesia. Tutti i chilometri che percorro sono adagiati su di un sottile nastro di terra circondato dall’acqua.
Orizzonti infiniti …. e sono sospesa sull’acqua tra mare e cielo. Non ho volutamente fatto foto perché non avrebbero reso l’idea, forse solo con un drone si sarebbe potuta restituire la magia di questi luoghi.
Vi suggerisco di non perdervi l’incanto di questi luoghi soprattutto la parte da Porto Levante a Rosolina. Ah, dimenticavo, oggi temperatura accettabile; caldo, classico da luglio inoltrato, senza afa e umidità anzi un bel vento teso fresco (ovviamente sempre contro). Sono arrivata a Chioggia dopo 103km, posato le borse al B&B e ripartita per girovagare in Chioggia (altri 25km). Oggi è stata una giornata bellissima!
GIORNO 4/ Domenica: Chioggia – Jesolo (94km)
Il primo obiettivo della mattina è prendere il battello per Pellestrina alle 6:40. Questo è l’imperativo odierno per questo meraviglioso ciclo-viaggio da Rovigo a Trieste.
Dunque mi sveglio presto (anche oggi, si dormIrà domani) e alle 6:30 sono all’imbarco. Mi godo gli ultimi colori dell’alba in navigazione e alle 7 sono a Pellestrina; scendiamo in tre. È Domenica mattina e a quest’ora non c’è nessuno in giro. Ho un’isola solo per me. C’è un vento teso e ho su l’antivento. L’isola è molto caratteristica e sembra essere sospesa nel tempo. Ne ho sempre sentito parlare bene ed ora capisco perché. È una striscia lunga e sottile da una parte la laguna dall’altra il mare. Le case fronteggiano a pettine la laguna e alternano colori accesi. L’abitato è un susseguirsi di passaggi coperti e fondaci spesso con muri a scarpa. Dedico molto tempo all’esplorazione e scatto mille-mila foto. Per percorre 9km impiego 1ora e mezza. Decido che questo è un ottimo modo per trascorrere il tempo e mi faccio avvolgere da questa atmosfera. (Nota per la prox volta: devo fare tappa qui e passare almeno una notte)
Alla fine raggiungo l’altra estremità e mi imbarco per Alberoni. Lì imbocco una bella ciclabile lato laguna e arrivo velocemente a Malamocco e poi al Lido di Venezia. Quest’isola non ha nulla in comune con Pellestrina, sembra un’aristocratica località balneare fin troppo leccata per i miei gusti. Decido di lasciarla velocemente e m’imbarco nuovamente, verso punta Sabbioni. Prendo la ciclabile e faccio una deviazione per Lio Piccolo.
Era da tempo che volevo esplorare Lio Piccolo, è una rinomata zona umida piena di arbusti con fiori colorati. Purtroppo non riesco a godere a pieno del paesaggio perché sono nell’orario sbagliato. Qui sarebbe meglio venirci la mattina presto o al tramonto. Lascio Lio Piccolo e proseguo sulla bella ciclabile sospesa sull’acqua. Adesso fa caldo e non mi soffermo sui dettagli, oltretutto la conosco già e la scorro veloce. Ad un certo punto la traccia mi fa cambiare ciclabile e attraversando un ponte mobile per bici e proseguo verso Jesolo. È una strada bianca bellissima, scorrevole e fiancheggiata da alberi enormi su un lato, sull’altro il Sile. Davvero una bella sorpresa. Questa mi porta fino a Jesolo, la tappa di oggi. Cerco il mio hotel (cosa non facile) e vado in spiaggia a oziare. Oggi non so bene quanti km ho fatto con tutti i battelli che ho preso….credo qualcosa tra 80 e 95 ma è stata proprio una giornata appagante per il mio spirito e ho scattato moltissime foto.
GIORNO 5/Lunedì: Jesolo – Latisana (88km)
Oggi mi sveglio un po’ più tardi voglio dormire, la stanchezza si è accumulata e devo anche fare micro manutenzione alla bici. Anche questo fa parte del ciclo-viaggio da Rovigo a Trieste.
Parto dal Lido di Jesolo che sono le 8:00 e la giornata parte male subito. Per fare 5km da Lido di Jesolo a Jesolo ci sono rotonde e contro-rotonde tra i centri commerciali e i superstore in cui il traffico d’auto è già selvaggio e subito comincio a odiare gli umani.
Per fortuna riesco a uscire indenne da qs roulette russa tra i cerchi e mi dirigo verso Lio Maggiore che è la prima tappa di oggi.
Costeggio il Sile, poi imbocco la strada per Lio. La strada è magnifica; una strada bianca scorrevole e ampia completamente ombreggiata dagli alberi e con canale attiguo. Sinuosa e morbida. Ad ogni curva ne segue un’altra e così via per 8 meravigliosi chilometri. In fondo c’è l’agriturismo Le Barene che (scopro) organizza gite in barca tra Lio Piccolo e Lio Maggiore…. a saperlo prima ne avrei approfittato, metto negli appunti delle cose da fare!.
Ritorno verso Jesolo e punto su Caorle, l’itinerario si sviluppa tra strade secondarie e ciclabili noiose: sono dei drittoni infiniti con paesaggi non rilevanti e l’immancabile canale. E via avanti così per 20km circa.
Arrivo finalmente a Caorle che il cielo è completamente coperto e le nuvole si muovono veloci, c’è vento e non piove. Per questa ragione la popolazione turistica è in giro per le stradine e non in spiaggia. Non amo fare foto nelle strade affollate così non scatto immagini. (Ndr: Caorle è bellissima e coloratissima dovete venirci una volta nella vita!)
Anche i battelli a volte riposano…
Mi fermo alla chiesa della Madonna dell’Angelo sul lungomare che è sempre incantevole per la sua invidiabile posizione. Pranzo e riparto per Falconera e la ciclabile dei Casoni. Ciclabile gravel che costeggia i caratteristici casoni di paglia, l’area è una riserva naturalistica davvero speciale. Ad un certo punto la traccia mi dà un attraversamento in battello su un canale, ma il battello non c’è.
Scopro assieme ad altri ciclisti che oggi è giorno di riposo.
Lascio scegliere al Garmin di ripianificare il percorso e seguo la nuova traccia.
Era meglio non farlo….mi ritrovo in direzione di Eraclea (oh no) e sono tornata indietro un bel po’ senza rendermene conto.
Ok mi rimbocco le maniche e accendo Google che mi propone due provinciali…. Strade non adatte alle bici, ma non trovo una soluzione migliore così a testa bassa le prendo e pedalo…..e pedalo così per 35 lunghissimi chilometri e un nervoso di essere dove non vorrei essere, sperando solo di arrivare prima possibile. La giornata non è iniziata bene e sta finendo peggio. A 3 chilometri dal B&B inizia a piovere….uffa adesso anche questa. Mi prendo 10 min d’acqua poi finalmente arrivo. Chiudo il giro con un pianificato di 80km e un effettivo di 120 (@#@#@).
Però la giornata non è ancora finita. Stasera ho appuntamento con Thierry, sono dalle sue parti e ci facciamo due chiacchiere per l’aperitivo. Thierry è un ciclista gravel con vocazione al cicloturismo, il tempo scorre veloce tra le chiacchiere sui giri in bici. Scopriamo affinità e ci salutiamo con la promessa che quando sarò da qs partì per eventi gravel magari li facciamo insieme.
GIORNO 6/martedì: Latisana – Boscat (Grado) (82km)
Stamattina non so a che ora potrò partite, c’è un temporale in arrivo. All’orizzonte tuoni fulmini e cielo nero. A colazione comincio a disegnare mille ipotesi e a comporre piani alternativi per sfuggire ai temporali. É data allerta arancione. E il temporale arriva con raffiche violente di acqua e vento. Penso anche all’alternativa treno. Poi però, alle 8, smette. L’orizzonte del mio itinerario schiarisce. Parto.
Da Latisana imbocco la ciclabile lungo il Tagliamento, quella Friulana. Ieri Thierry mi ha detto che quella Veneta è più bella, ma la mia scelta è condizionata dalle vie di fuga in caso di meteo avverso. E comunque questa ciclabile non è niente male e mi porta fino a Bibione. Nel frattempo si alternano pensieri sul meteo perché il cielo passa da nero a nerissimo poi di nuovo nero e io spero di riuscire a pedalare il più possibile. Arrivo a Bibione che il cielo è sempre nero, ma mi colpisce la disinvoltura dei locals che vanno in giro in bici rilassati, allora decido di tener fede al mio itinerario e mi avventuro nella pineta per andare a vedere il faro. Ci sono diversi ciclisti sul percorso e la cosa mi tranquillizza (anche se sopra di me è sempre più nero). Quando arrivo al faro c’è una luce pazzesca che fa sembrare irreale l’orizzonte: cielo nero e mare azzurro chiaro, la sabbia, poi, da queste parti è dorata. Faccio un po’ di foto e riparto diretta al passaggio chiatta sul Tagliamento (e speriamo che ci sia).
C’è, meno male, mi imbarco con altri ciclisti tutti tedeschi e sono nel comune di Lignano Sabbiadoro.
Attraverso l’abitato singolare….vedo solo case singole e condomini per vacanze, incrocio quasi solo tedeschi. Lignano è così ordinata che il fatto di avere la bici infangata quasi mi fa sentire fuori posto, poi ci sono ciclabili ovunque, impossibile condividere percorsi con le auto. Passo davanti a un mega negozio di bici super attrezzato, mi fermo per farmi mettere le gomme alla pressione giusta e inizialmente mi parlano in tedesco. Poi capiscono che sono italiana e mi chiedono dove vada; scherzando mi dicono “va a fare la guerra in Ucraina con i razzi posteriori”. Riparto e seguo la ciclabile che costeggia la laguna fino all’imbarco per Marano Lagunare. Cielo sempre più nero. Devo aspettare un’ora per il battello, così decido di sostare visto che minaccia temporale e qui c’è un’ampia zona coperta.
Il battello arriva, ma avvisa che non sa se ripartirà perché c’è un temporale in arrivo . Aspettiamo e il temporale arriva, arriva così forte che piove orizzontale e ci si bagna anche sotto l’ampia tettoia. Dopo 15min di raffiche si placa, ma piove ancora; però il capitano ci comunica che tra altri 15 min possiamo partire….evviva.
Anche se non piove più il cielo ha colori inquietanti. Non so che pensare. Arrivo a Marano Lagunare e improvvisamente c’è il sole, un sole anche caldo. Non mi faccio troppe domande, va benissimo così. Ne approfitto per visitare il borgo davvero grazioso e riparto. Da qui in avanti sono solo ciclabili tutte super segnalate non si può sbagliare, moltissimi i ciclo-viaggiatori che incrocio. Più procedo più mi convinco che se sei un ciclo-viaggiatore non puoi non pedalare in Friuli, è una terra a misura di bici. Attraverso Cervignano del Friuli, poi Aquileia, centri ricchi di storia e architettura. Mi ci fermo ed esploro. Mi fermo poco prima di Grado al mio B&B e penso che è stata una giornata fortunata.
GIORNO 7/mercoledì: Boscat (Grado) – Trieste (80km)
Sono al Boscat col B&B e stamattina la prima tappa è a Grado a circa 10km, quindi non ho fretta di uscire presto e inforco la bici alle 8:30. Attraverso la pineta che collega il Boscat alla bella ciclabile per Grado. Stamattina c’è una temperatura ideale 20° e un po’di vento….ho su la giacca. Arrivo a Grado e inizio a esplorare …. davvero molto carina e caratteristica, un labirinto di stradine strette e improvvisi slarghi. Piena zeppa di bar e ristoranti, deliziosa.
A malincuore la lascio e percorro tante ciclabili proprio belle e ombreggiate, attraverso il Primero, costeggio la riserva naturale della valle Cavanata e mi fermo alla struttura bar del Caneo.
Proseguo e attraverso la riserva naturale della foce dell’Isonzo (ma quanti fiumi abbiamo!) Anche qui le ciclabili sono stupende e incrocio tanti ciclo-viaggiatori soprattutto stranieri.
Da queste parti l’aria è rarefatta e ci sono dei colori pieni.
Arrivo finalmente a Monfalcone centro cresciuto intorno a Fincantieri.Da qui incredibilmente non esistono ciclabili per arrivare a Trieste, si percorre una statale ampia e con vista incredibile sul mare, ma pur sempre una statale anche se frequentata da molti ciclisti. La strada ogni tanto si allarga e offre punti di osservazione sul mare spettacolari. E infine arrivo a Trieste (col temporale alle spalle). Città magnificente ed elegante.
Che dire sono emozionata dalla sua bellezza. Come finale di tour non potevo scegliere luogo più bello.
GIORNO 8/giovedì: Trieste – Milano (treno+bici) e note conclusive
Ma come c’è anche il giorno 8? Ebbene sì! Il giorno del rientro alla base dopo questo fantastico ciclo-viaggio da Rovigo a Trieste.
Oggi rientro in treno a Milano da Trieste con 3 regionali: Trieste-Venezia, Venezia-Verona e Verona-Milano; sono tutti a pochi minuti di distanza quindi speriamo di non avere imprevisti e riuscire a prendere tutte le coincidenze (nota a posteriori: perso il treno per Milano per ritardo del Ve-Vr). É giornata di bilanci.
Il viaggio è stato bellissimo e ho attraversato posti molto diversi tra loro quindi non ne riesco a identificare uno più affascinante di un altro. La cosa che ho apprezzato maggiormente è stato il silenzio e lo stare letteralmente “fuori dal mondo”. Avere “spazio” era l’obiettivo. Spazio in cui perdersi e in cui lo sguardo (e i pensieri) non hanno confini.
Sono stata fortunata, non ho avuto problemi meccanici o alla bici in generale (ma facevo micro manutenzione giornaliera). Anche col meteo alla fine è andata bene, certo gran caldo nei primi due giorni proprio quando ero nel Delta de Po. Lì si ho sofferto abbastanza. Nei giorni successivi era tutto uno schivare i temporali e anche lì è andata bene (un grande c….o ops fortuna ) però che luci che mi ha regalato quel cielo!!!! Ho fatto delle foto magiche solo grazie ai temporali in arrivo.
Parliamo di bagaglio….ecco….era la prima volta che usavo questo sistema di rack e sacche e devo dire mi sono trovata strabene Essendo un sistema di nicchia mi hanno chiesto informazioni in moltissimi anche lungo la strada e so che qualcuno lo ha già comprato per il suo prox viaggio fidandosi dei miei commenti (speriamo bene).
Suggerimenti e considerazioni finali
In merito al bagaglio vero e proprio ho portato troppe cose, troppe cose come abiti civili ….. sarebbe bastata solo una maglietta e un pantaloncino (che poi ho messo solo quelli la sera) e invece no…troppa roba. Abbigliamento da bici invece era giusto e ho usato tutto e anche lavato quasi sempre a fine giornata (addirittura in un B&B ho trovato la lavatrice…. fantastico!) I tessuti tecnici si asciugano velocemente, col caldo in estate è perfetto. Ecco avrei evitato di portare il telo in microfibra pensato per andare in spiaggia (che poi ci sono stata solo una volta a Jesolo e potevo usare quello dell’hotel). Tra le cose giuste da tenere a portata di mano: anti-zanzare, crema solare e più di tutto le salviette umide fantastiche per rinfrescarsi, ma anche per pulire la catena o la bici dal fango o le scarpe sporche di fango o da usare come carta igienica quando non c’è.
Altra cosa andata bene è stato il micro beauty che mi sono portata dietro…..sono una donna e non so stare senza le mie “cremine”, ma era una cosa già testata durante i viaggi di lavoro con bagaglio minimale.
Suggerimento per il bike-packing, riponete le cose a gruppi e arrotolatele poi mettetele in sacchetti di plastica, serve a tenere le cose non stropicciate e a fare e disfare velocemente le borse. Altro suggerimento portatevi una sacchetta leggera da mettere sulla schiena è utile per la spesa in bici. Non mi viene in mente altro, che magari per me è scontato, ma se avete delle domande sono qui, scrivetemi.
Daniela (Turbolenta) della Ragione
Le tracce di questo viaggio nella raccolta su Komoot
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