L’IMPREVISTO COLLETTIVO

racconti & riflessioni

L’imprevisto è il primo elemento evolutivo. Ho colto questa battuta in uno dei tanti, lunghi dialoghi del film-capolavoro Interstellar. Rivisto con grande piacere in questi giorni di isolamento domiciliare.

Covid-19 è un imprevisto collettivo. Ci abbiamo messo qualche settimana per elaborare bene  di cosa si trattasse, ma ora, salvo casi di recidiva e incallita ottusità, tutti ci siamo adeguati. Tutti stiamo facendo la stessa cosa: restare a casa perché “adda passà ‘a nuttata”.

Molti i cambiamenti cui dovremo adeguarci

L’imprevisto collettivo ci ha portati alla consapevolezza che solo remando tutti (o quasi tutti) nella stessa direzione, potremo raggiungere la sponda sicura. Molte cose stanno succedendo, molte le voci, forse ora un filo meno contraddittorie e antagoniste rispetto al solito. Sicuramente molti i cambiamenti a cui, volenti o nolenti, dovremo adeguarci.

Molte delle nostre convinzioni devono essere riviste. E qui da semplice e modesto cittadino, abbastanza attento all’ambiente e agli scenari che mi circondano, dopo la prima settimana passata in casa, riporto alcune considerazioni.

L’altro virus che infetta l’Europa

Siamo o risultiamo essere? L’Italia è, in Europa, il paese più colpito. O forse “risultiamo essere” il più colpito perché con grande onestà stiamo dichiarando tutti i casi di contagio? e con grande serietà i nostri ospedali non hanno lesinato con i tamponi, dal primo momento in cui è stata istituita la prima zona rossa?

No tampone – No virus. Da europeista stra-convinto mi chiedo: l’Europa dov’è? cosa fa? perché non c’è un protocollo comune a tutti gli stati per affrontare la pandemia? perché ognuno va dove lo porta il suo interesse nazionale? prima i tedeschi? prima i francesi? prima gli inglesi? e chi gioca da mediano cosa fa? non passa più la palla agli attaccanti?

Sull’argomento segnalo il bell’articolo sul Sole24ore di ieri (Domenica 15 marzo) a firma di Sergio Fabbrini “UE in ordine sparso, l’altro virus che infetta l’Europa”. Certamente meglio di ogni mia modesta e personale considerazione.

Una storia importante, una tesi intrigante

L’imprevisto è anche … che la natura ha deciso di ribellarsi. Questo è stato il mio primo pensiero quando è partito il nuovo virus che segue Ebola e Sars….ma anche in questo caso, meglio di me, sa descrivere il concetto questo intrigante post

L’imprevisto e noi

E noi? noi normali Turbolenti? che cosa possiamo fare? restare a casa sicuramente, rinviare a tempi migliori i nostri giri in bici, stare alla finestra come moltissimi, prendersela con i cocciuti, imbecilli sostenitori del “tanto a me non mi acchiappa” e poi lavorare. Per una volta con calma, senza assilli, pensando bene a quello che si fa, curando meglio i dettagli. Quei dettagli che ci consentiranno di essere migliori, di essere differenti e di vincere, come veri atleti. Anche sul covid-19.

Stiamo lavorando ai dettagli

L’imprevisto per noi non è lavorare in gruppo da sedi remote, lo facciamo ormai da anni, per ridurre, nella pratica quotidiana, gli sprechi di energia e di spazio, con un unico obiettivo: farvi pedalare sempre di più, sempre meglio.

Stiamo lavorando per rinviare, non per annullare. Il riferimento è alla Gravel di Primavera e ai Corsi di MTB.
Stiamo lavorando per aumentare, migliorare, rendere sempre più fruibili le Strade Zitte.
Stiamo lavorando alla Chase the Sun del solstizio 2020 (sabato 20 giugno), sperando di poterla organizzare e che diventi come il Giro d’Italia del ’46 “la Rinascita”.
Per ora è solo una visione, speriamo di farcela. E in questo anche gli amici ciclisti inglesi e scozzesi pedalano per noi.
Stiamo ri-progettando la Milano Gravel del 24 ottobre con 4 percorsi, unendo quelli di primavera a quelli di autunno. Insomma NON ci arrendiamo.
Stiamo lavorando, sognando, disegnando nuovi percorsi e attività.

Come già detto, la Milano Gravel di Primavera prevista per Sabato 21 marzo, non ci sarà. E’ rimandata al 24 ottobre insieme a quella di autunno. E speriamo sia una giornata fantastica di sole autunnale italiano, come è stata l’edizione 2019.

Ma ci sarà un’altra sorpresa, che oggi non vi anticipiamo. Continuate a seguirci e a pedalare con noi. Anche se, per il momento, solo virtualmente.

Intanto e ancora, parlano di noi e delle Strade Zitte. Grazie al post di Roberto Nava

ph. Guido Turbolento Basilisco

 

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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