Le Associazioni firmatarie della presente, costituendosi in Comitato di fatto per la tutela del Velodromo Vigorelli (Comitato Velodromo Vigorelli) chiedono al Ministero per i Beni e le Attività Culturali di intervenire per fermare la scelta del Comune di Milano relativa alla demolizione della pista in legno all’interno dello storico impianto sportivo denominato “Velodromo Vigorelli”. Tale demolizione è prevista nel progetto vincitore del bando “concorso di idee per il Vigorelli”,
indetto dallo stesso Comune di Milano nel secondo semestre 2012, con preselezione entro il 4.12.12 e consegna dei plichi da parte dei finalisti entro il 26.03.2013.
Il Velodromo Vigorelli e la sua pista, che ne è l’elemento più caratterizzante, quasi unico al mondo, sono un monumento e come tali, per la memoria storica che rappresentano, devono essere tutelati, non disgiuntamente.
Quella del Vigorelli, è una bella storia, che sta rischiando un gran brutto epilogo. Momenti di gloria prima e dopo la guerra, nove lunghi anni di pausa dal ’75 all’84, fino al gran finale con i primi allenamenti di Moser nell’84 per il suo record dell’ora conquistato a città del Messico. Poi il crollo, in tutti i sensi. La nevicata dell’85, la sostituzione della vecchia tettoia, crollata sotto il peso della neve, con la attuale pensilina a sbalzo, il restauro di tribune, facciate e pista tra il 96 e il 98. Da citare anche l’insurrezione popolare contro le corse dei cani, capitanata da Mario Fossati. Da ricordare alcuni tra i più grandi concerti: Beatles nel 1965, il tragico tentativo dei Led Zeppelin nel 1971, Carlos Santana nel ’77 e i Dire Straits nel 1981.
Dieci i record dell’ora sulla velocissima pista del Vigo, il primo di Giuseppe Olmo a soli tre giorni dall’inaugurazione nel 1935 (45.090km), battuto sette anni dopo, nel 1942, da quello di Coppi (45.871km), superato nel 1956 da Anquetil (46.159km), fino al secondo record di Riviere nel 1958 (47.346). Per superare il muro dei 50km si deve aspettare
Moser e la teoria vincente di correrlo in quota, a Città del Messico, risultato 51.151km, con allenamenti iniziati al Vigorelli.
L’attività della pista è stata viva fino al 1975, poi, ciclisticamente, mai più nulla di significativo. Mai nessuno aveva però pensato di distruggere la pista conservando la struttura dell’impianto. Sarebbe semmai da fare il contrario, tenere la memoria della pista che restaurata potrebbe certamente avere nuova vita e ammodernare tutto il resto in nome della redditività che potrebbe derivare da una efficiente polifunzionalità, che non escluda in alcun modo il ciclismo, con una pista fissa e non con la promessa di una pista che all’occorrenza potrà essere montata solo per le grandi kermesse internazionali.
Le associazioni, unitamente ad altre realtà milanesi che si occupano di ciclismo, che sottoscrivono tale lettera, estesa a tutte le associazioni anche non sportive che vorranno
aderire, chiedono che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali possa intervenire e salvare dalla demolizione una memoria storica del ciclismo internazionale come è la pista del Vigorelli.
Sulla base della nostra esperienza, avendo partecipato attivamente al recupero dell’impianto e della pista, avvenuto nel ’97-’98 a seguito della raccolta di 10.000 firme nel settembre ’95, riteniamo che quanto affermato relativamente allo stato di ammaloramento della pista e della sottostante struttura in legno che la sorregge, debba essere oggetto di più approfondita analisi tecnica, prima di decretarne con sufficienza l’impossibilità all’utilizzo e l’eccessivo onere economico derivante dal suo recupero.
Oggi la pista non è più “ammalorata” rispetto a quanto lo fosse nel 1995. Allora si era provveduto alla sostituzione di parte dei listelli (interamente rifatta la fascia del riposo, più esposta alle intemperie in quanto fuori dalla superficie della tettoia), con un costo approssimativo di 500 milioni di lire. La struttura portante, anch’essa in legno era stata giudicata in ottimo stato. Sarebbero da rifare le valutazioni di staticità-elastica della struttura (teneva moto del peso di 1200kg che giravano in curva a 70-80km/h).
Il legno è certamente malmesso, d’altra parte non è mai stata fatta la regolare manutenzione, necessaria ogni 18-24 mesi per la buona conservazione del manufatto in legno, ma non è irrecuperabile e nell’economia del recupero totale, questo capitolo di spesa inciderebbe in modo decisamente modesto.
La pista attuale è inadeguata solo per Olimpiadi e Campionati del Mondo, che si corrono su piste da 250 m, ma a fini di competizioni nazionali e internazionali, di
allenamento per tutte le categorie agonistiche e per il mondo amatoriale (gare e allenamenti), la pista rimessa in pristino rappresenterebbe una ottima opportunità per il futuro dell’impianto e del ciclismo nazionale.
Vero anche che per la redditività e l’autosufficienza economica dell’impianto lo stesso deve essere convertito alla polifunzionalità, che non deve però escludere in alcun modo, come già detto, il ciclismo.
Una pista montata all’occorrenza solo di grandi kermesse e poi stoccata in qualche capannone, oltre a non consentire la pratica quotidiana del ciclismo su pista, finirebbe con l’ammalorarsi precocemente oltre ad essere estremamente costosa dal punto di vista della gestione.
Il ciclismo, la pista, la bicicletta in tutto il mondo, Italia inclusa, sta crescendo come tendenza, come modo di vivere sobrio e sostenibile, come emblema di salute e benessere personale e ambientale. Milano sta finalmente realizzando che con la ciclabilità non solo ci si può convivere, ma si può migliorare la qualità della vita di tutti, anche di quelli che non pedalano.
Nell’immagine alcuni listelli che compongono la magica pista del Vigorelli incorniciati a ricordo dell’iniziativa che tra il ’95 e il ’98 ha portato al restauro dell’impianto.
Hanno aderito all’iniziativa:
Marino Vigna per Amova e Anaai
Amova (ass.medaglie d’oro al valore atletico)
Anaai (ass.naz.atelti azzurri d’Italia)
Renzo Zanazzi e Filippo Zanazzi per ASD Zanazzi
Daniele D’Aquila portavoce del Gruppo Rivogliamo il Vigorelli.
Paolo Tagliacarne Presidente ASD Turbolento Milano
Ubaldo Albini Presidente SC Genova 1913 ASD
Marcello Scarpa Presidente ASD Ciclistica Squadra Corse
Luigi Vidali Presidente SC AVIS Nokia Siemens Networks ASD (Cassina de Pecchi)
Anna Salaris Presidente MTB MILANO TRAIL BIKE ASD
Ferdinando Pertusio Presidente ASD MOLLA BUNI!
Giovanni Torrani Presidente Miraggio Associazione Culturale / Ciclobarona
Rossella Galbiati Team Galbiati Corsico ASD
ISDC Team Pezzetti ASD Milano
ASD Team UCSA Milano
Roberto Peia Fondatore e Presidente UBM- Urban Bike Messengers
Luciano Ricci Comitato Pro Velodromo Pierino Baffi – Crema
Giovanna Rossignoli – Cicli Rossignoli
Marcello Doniselli – Biciclette Doniselli Milano
Alberto Masi – negozio Alberto Masi-Vigorelli
Massimo Esposito per Esposito Cicli e Team 99 ASD
Antonio Colombo – Grupposrl – Cinelli – Columbus
campagna #Salvaiciclisti
Matteo Bartolomeo, per Upcycle Milano Bike Cafè