Bici elettrica e Martesana Van Vlaanderen. Prendi una mattina della settimana, un martedì di fine marzo e salta, con la tua bici assistita, sul passante ferroviario diretta al punto di partenza del Martesana Val Vlaanderen versione #ridesolo: nell’epoca delle classiche del Nord, le turbolente Strade Zitte vanno a rendere giusto omaggio.
È una di quelle mattine che vanno per il verso giusto, col capotreno gentile e curioso che si informa sulla bicicletta. Zydeco Electric Mud, al secolo, è una gravel. Pedelec, a pedalata assistita. E mentre lo dici ti viene quasi da giustificarti. Non fosse che è proprio bella e l’entusiasmo del ferroviere placa quel tuo po’ di imbarazzo nell’ammetterlo.
Che a guardarla non si direbbe. Elettrica. E poi così leggera. In un balzo sei sul binario e inizia l’avventura.
Pedalata assistita
I primi passaggi sono noti, Inzago, Groppello, poi Crespi… Non fosse per l’aggiunta degli svolazzi, quei ghirigori sulla mappa che si traducono in muri e muretti su pavé e ciottolato.
Ed è lì che inizi a sperimentare il bottone. Prima timidamente, da bianco a verde, un aiutino, chissà quanto consuma. Poi rock, arancio e rosso. Rossooo. La mano invisibile non è quella di Smith, è questa!
Aiutati che lei t’aiuta. Perché questo è il principio delle Pedelec. Se tu non pedali, lei non aiuta. Se pedali, ti assiste. Sennò assiste (e forse ride). E così provi l’ebbrezza di farti dare una mano. Che psicologicamente non è come dirlo, è frutto della maturazione di un pensiero.
La buona notizia è che il pensiero maturo non è “è tempo di farmi aiutare” bensì “vediamo come funziona ‘sto marchingegno”. E funziona da Dio. Tanto da dare subito dipendenza. Dimentichi al volo come aggrapparti ai pignoni più rassicuranti, non serve, basta un tocco al botòn e quello zic d’aiutino.
Sai che ce la faresti anche senza, ma niente, è così divertente, perché rinunciare. E non è barare al solitario, è proprio il contrario, è sapere di poter anche farne a meno e farlo lo stesso. Per il puro gusto di farsi dare una mano. Praticamente una droga.
Pura vida
La Martesana, l’Adda, la Villa Gina, la Vergine delle Rocce e poi scoiattoli, gallinelle d’acqua dolce, tartarughe, pure una biscia.
E strade zitte e bianche che manco all’Eroica. Mentre invece sei in Brianza, ora a Monte Vecchia, tra una Galbusera bianca e una nera. Fantastico, ti appunti mentalmente, da tornarci quando potranno darti da mangiare e bere.
Sali a Lissolo e ti godi pure la via crucis dei proverbi in dialetto, saggezza popolare. Mentre rampa, ma tu c’hai il bottone, se vuoi. L’ultima volta a Lissolo quanta acqua ad aspettare i passaggi della Coppa Agostoni!
E poi oggi il ristoro è un’azienda agricola con lo yogurt e i formaggini di Monte Vecchia, che forse non è proprio la dieta del campione ma che delizia. Il senso del limite si diluisce e la pedalata (assistita) si fa sport e divertimento, scoperta e viaggio di prossimità. Sei uscita alle otto di casa. Sono le sei di sera e ti sembra di aver vissuto giorni e giorni di vacanza in luoghi ameni e lontani. Il potere della bici. Elettrica.
Alla fine sono 146Km di cui 1/3 gravel, con 1.250m di dislivello positivo. In sette ore e 31 minuti (pedalati). Velocità media 19,5Km.
Col 55% di batteria ancora da consumare. Nessun rimpianto. Solo un gran divertimento. E anche un (piccolo) insegnamento: vale la pena farsi aiutare.
Questo, il mio giro su Komoot.
Questa, la bici.