Alberta Turbolenta Schiatti racconta Simone Lunghi
Simone Lunghi “l’angelo” che non sta mai fermo
Simone Lunghi, meglio noto come “l’angelo del naviglio” non è facile da incontrare, prima bisogna prenderlo. Non sta mai fermo infatti, e per muoversi non usa ali ma mezzi a propulsione muscolare, su ruote via terra, e galleggianti su acqua. Roller o bici, SUP, dragon boat o canoe.
Ma quando lo incontri, lo senti: emana una grande energia, vitale, pulita. Sarà la vita all’aria aperta, o, come dice lui, il fatto che in un modo o nell’altro fa il bagno nel Naviglio quasi ogni giorno. Sarà, ma i suoi 50 anni compiuti da poco sono portati in modo oltraggioso (per tutti i cinquantenni).
Sempre sull’acqua e controcorrente
La sua vita comincia a Vigevano, dove nasce e dove manifesta da subito l’amore per l’acqua e la tendenza ad andare controcorrente: nei dorati anni 80 lui snobba gli sport mainstream e pratica canoa sul Ticino sognando in grande: impetuosi torrenti di montagna. Ma non solo, precorre i tempi mostrando già allora una sensibilità ecologica e viene eletto consigliere comunale a Vigevano con una Lista Civica Apartitica e nel 99 esordisce con la prima delle tante performance che lo renderanno così popolare e virtuoso da valergli nel 2021 l’Ambrogino d’oro: pulisce e ridipinge i vespasiani e organizza la raccolta di mozziconi in Piazza Ducale.
Il ragazzo che sognava i fiumi si innamora del Naviglio
Quando arriva a Milano, si occupa per lavoro sempre di sport, e sempre d’acqua. Istruttore per la Federazione Nuoto prima, poi in un grande centro sportivo. Ma è nell’estate in cui rimane senza lavoro che vive veramente la città, e proprio lui che sognava i torrenti si innamora perdutamente del placido Naviglio, “conosce gente che vuole fare cose” e finalmente drena tutta la sua energia verso un attivismo ambientale ancor prima che ambientalista. È l’anno della Critical Mass, per esempio che lo vede tra i promotori e organizzatori.
Nel 2015 approda (è il caso di dirlo) alla Canottieri San Cristoforo e finalmente, dà l’ancora.
L’inizio coi Dragon Boat, barche cinesi decorate con una testa di drago da cui prendono il nome, in cui si pagaia in 20, affiancati a coppie con una pagaia monopala e un tamburino a prua per dare il ritmo non è facile, Milano è diffidente e poco interessata alle teste di drago e anche nelle scuole riscuote indifferenza. Ma pian piano prende piede e, avendolo sperimentato mi viene da aggiungere che se il tamburino è Simone, dà molto più che il ritmo. Trasmette allegria, passione, team spirit e mentre ti insegna a pagaiare e ti fa ridere contemporaneamente, ti trasmette in modo appassionato e appassionante nozioni storiche su quella parte di Milano che ha imparato ad amare più del suo Ticino e dei fiumi che sognava da piccolo.
Ed è quasi per caso (che si sa non esiste), spostando canoe o muovendosi sull’acqua con la tavola da SUP che inizia a fare quello che gli viene naturale: pulisce, raccoglie. Ovviamente i ragazzini che porta in acqua lo imitano, e allora, pensa Simone, forse anche questa può essere una lezione, più importante ancora del pagaiare e pian piano consolida e si struttura in modo più organizzato anche con le scolaresche la raccolta prima della plastica e con l’avvento del bike sharing anche ahinoi quella delle biciclette lanciate nei canali (attualmente sono più di 800 le biciclette ripescate). Gli angeli del Naviglio sono nati, anche se non hanno nessuna forma giuridica o societaria (e fino al 2018 nemmeno una pagina facebook)
L’incontro tra angeli
Ma il vulcanico e poliedrico Simone non si ferma mai, come dicevamo e quindi non si ferma lì.
Mentre corre sui suoi pattini, in bici o con la scusa di insegnare ai ragazzini la canoa trasmette loro un nuovo modo di vedere il mondo, cento ne fa e altre mille ne pensa. Comincia a far pagaiare sui suoi Dragon Boat le pazienti oncologiche, le “sue ragazze” del gruppo C6Siloku, organizza “concerti pulitivi” per attrarre pubblico a raccogliere mozziconi e cartacce, prima in Tandem (uno pedala e l’altro suona) poi in roller e così via.
Finchè gli Angeli del Naviglio incontrano gli Angeli del Bello nella persona di Roberto de Micco. Gli Angeli del Bello si prendono cura del decoro e della bellezza delle città pulendole, ovvero fanno a terra quello che Simone fa in acqua. E nella primavera scorsa, l’Angelo Simone coi suoi Navigli confluisce negli Angeli del Bello per ampliare il suo inarrestabile raggio d’azione. D’altra parte tra angeli ci si intende, no?